Cronaca

Stefania Casetti: "Via Favagrossa? Potrebbe essere ripensata così..."

"Non serve poi molto, ma bisogna pensare a qualcosa di diverso nella via. Se l'amministrazione vuole passare di qui, spiego loro di che si tratta". Il disegno è abbozzato

CASALMAGGIORE – “La città dei bambini non è una festa, ma un modo per ripensare la città”. Un diverso punto di vista insomma, sul presente e sul futuro delle strade e della mobilità urbana.

C’è chi l’invito di Giancarlo Simoni all’incontro in biblioteca con i commercianti della rete dei negozi amici lo ha preso sul serio. Stefania Casetti (Fotostudio Rastelli) propone modifiche e migliorie alla via Favagrossa. Modifiche che partono dalla maggior sicurezza.

La strada del futuro non può essere quella uscita fuori dalla sfera di cristallo del Piano Urbano del Traffico e dall’idea – respinta da tutti i commercianti della parte finale dell’arteria che collega l’isola bella alla Piazza Garibaldi – di riaprire la strada in doppio senso.

Entri in negozio e prende carta e penna. “L’abbiamo già vissuta quella esperienza – esordisce Casetti – e non è stata un’esperienza positiva. Il doppio senso di marcia in via Favagrossa fu tolto proprio per la pericolosità. Troppo alto il rischio per le biciclette”.

Le proposte di modifica partono proprio dall’osservazione. Le persone che si spostano in bici sono tante, e lo fanno soprattutto in ingresso in piazza. “Per questo sarebbe utile magari pensare ad invertire il senso di marcia, magari facendone una strada d’accesso a piazza Garibaldi, spostando le aree sosta dall’altra parte della strada. Si può pensare di rinunciare ad uno stallo auto per realizzare parcheggi per le biciclette. Qui non ce ne sono”. Potrebbe essere anche non necessaria l’inversione, con un senso unico eccetto bici.

Altro problema da risolvere l’accesso alla Galleria Gorni. C’è un marciapiede davvero troppo alto con una strada fatta in una qualche maniera. “Basterebbe un passaggio pedonale rialzato che consentirebbe in tutta sicurezza alle persone di passare da una parte all’altra della strada. E la strada va risistemata. C’è un solo tombino. Sono tante le persone a cadere quando attraversano per quel marciapiede troppo alto”.

Area 30, arredo urbano e spazi per la socialità: “Non serve poi molto, ma bisogna pensare a qualcosa di diverso nella via. Se l’amministrazione vuole passare di qui, spiego loro di che si tratta”. Il disegno è abbozzato. Ottima fotografa Stefania pecca un po’ nel disegno a mano libera.

Tra qualche giorno partirà la ‘rivoluzione’ di via Baldesio con i lavori per realizzare il progetto disegnato appositamente per la via dall’architetto Matteo Dondé. E la via Favagrossa potrebbe essere prossima ad un progetto, ad un’idea dello stesso architetto – uno dei migliori in Italia per quel che concerne aree 30 e mobilità dolce – ad hoc.

“Devono essere i commercianti ed i residenti a volere con forza il cambiamento – spiega Giancarlo Simoni – e Stefania Casetti ha compreso bene che la via è quella che a farsi interpreti del cambiamento devono essere coloro che la via la vivono. Poi con il comitato Slow Town possiamo dare tutto l’appoggio possibile. C’è l’interesse a cambiare? Sperimentiamo. Quando via Baldesio sarà terminata, la gente potrà rendersi conto definitivamente cosa significa spostarsi in una città più sicura e a misura di bambino. Ci sarà un prima, e un dopo”.

Stefania Casetti si dichiara disponibile a parlarne anche con l’amministrazione. “Conosco Francesco Ruberti e conosco Giovanni Leoni, se vogliono passare di qui spiego anche a loro come questa strada potrebbe diventare migliore”.

Un invito ad un confronto quello lanciato dalla commerciante, che rilanciamo all’amministrazione.

Nazzareno Condina

 

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