Cronaca

Comitato, Paolo Antonini a guidare la lotta. Parmense, cremonese e mantovano uniti

"I bagni restano chiusi, i treni vanno come prima e il riscaldamento non c’è, nonostante le propagandistiche dichiarazioni di qualcuno”.

CASALMAGGIORE – Se qualcosa di buono verrà ricordato, tra tanti anni quando il territorio potrà usufruire di un nuovo ponte, è lo spirito d’unione, la coesione e la determinazione di semplici cittadini. Cremonesi della bassa, mantovani e parmensi dell’area più a nord dell’Emilia Romagna che la prostrazione, l’incertezza e le difficoltà di questo tempo di profonda crisi – infrastrutturale, di trasporti e di politica intesa come capacità della stessa di incidere sulle situazioni contingenti, quella che ha il potere di fare e non fa insomma – ha unito come forse mai.

Si naviga, a vista, sulla stessa barca. Si cerca di restare insieme a lottare per quel che è possibile fare. Tanti Davide di fronte ad un Golia dalla forza soverchiante. Se qualcosa di buono verrà ricordato, tra vent’anni, della situazione attuale è il lavoro costante, durissimo, con poche soddisfazioni ma molta voglia di agire sul piano concreto di un Comitato, il Treno Ponte Tangenziale che ieri sera, nella sede messa a disposizione da Francesco Meneghetti in Fabbrica Digitale, si è riunito di fronte ad una cinquantina di persone per fare il punto della situazione, confrontarsi ed eleggere le nuove cariche. Partiamo da quest’ultimo punto per esaurirlo con poche parole: le cariche provvisorie sono tutte divenute – all’unanimità – definitive.

Paolo Antonini è stato riconfermato alla presidenza. E non poteva essere altrimenti vista la bontà del lavoro sin qui portato avanti: risultati al momento non molti ma tantissima concretezza e volontà di non mollare l’osso, anzi quella sensazione che la battaglia – dal punto di vista delle istanze da portare avanti sia sul piano mediatico che su quello istituzionale sino ad arrivare a quello legale – proseguirà rinserrando ancora di più le fila.

“La notizia principale della giornata – ha esordito l’avvocato Paolo Antonini – è sicuramente quella dello stanziamento dei 6 milioni di euro necessari ai lavori”. Si è parlato di bandi, di ritardi, e della possibilità più che concreta che i tempi si allunghino. I tempi burocratici naturalmente. Antonini ha parlato delle riparazioni e della necessità che si pensi nell’immediato già al ponte nuovo, preannunciando che dopo l’incontro tecnico del 2 febbraio a Gussola, ne verrà predisposto un altro sempre a carattere tecnico sulle prospettive per il nuovo ponte.

Poi è stata la volta dei treni. “Siamo al punto zero – ha spiegato – al nostro esposto ha risposto l’avvocato di Trenord dicendo che ad ogni treno soppresso ha corrisposto la messa in opera di un pulman sostitutivo. Mi chiedo che strada possa aver fatto visto che il ponte è chiuso. L’avvocato di Trenord ha sostenuto che siamo male informati ma noi crediamo che ci sia un limite a tutto, anche alla presa in giro di persone disperate. Secondo noi il contratto viene palesemente violato, il servizio resta quel che è e questo abbiamo aggiunto all’esposto presentato in procura, i bagni restano chiusi, i treni vanno come prima e il riscaldamento non c’è, nonostante le propagandistiche dichiarazioni di qualcuno”. Chiaro il riferimento al sindaco Filippo Bongiovanni.

Sulle promesse di Trenord Antonini ci è andato giù dritto: “Alla fine sono state aggiunte due corse, in orari non strategici in cui le persone sono poche e si può procedere con una carrozza. Tutto questo per giustificare i contributi straordinari dati a Trenord, che incamera soldi in più senza garantire comunque un servizio adeguato alle richieste”.

Alessandro Rosa ha rimarcato gli anni di intense battaglie per il miglioramento del servizio di Trenord, anni che non sono serviti a nulla: “Ci sono due strade, e Trenord deve dirci quale vuole percorrere. Una è il potenziamento della linea, l’altra è la chiusura”.

Filippo Allodi, consigliere comunale a Colorno e provinciale, ha sottolineato il suo personale sostegno alle istanze del comitato e il fatto che si debba restare vigili “Non vedo Amministratori di Colorno e neppure amministratori della sponda cremonese, e questo è grave”. Salomonicamente Paolo Antonini ha evitato di entrare sulla questione spiegando che i sindaci non erano stati invitati. Invero nessuno dei politici lo era stato, anche se alcuni erano presenti, e altri cittadini erano presenti: l’incontro era aperto a tutti.

Maurizio Toscani ha invece insistito sulla tangenziale e sulla rotonda a Viadana: “Il consigliere Regionale Fava ha sostenuto che ci sono i soldi per la rotonda in area Gerbolina, ma la rotonda ancora non c’è. Che fine ha fatto?”. Lo stesso Toscani ha insistito perché, al di là della TiBre e delle opere compensatorie, la tangenziale deve essere tenuta in primo piano.

Alberto Padovani (Presidente di Italia Nostra Colorno e Bassa est Parmense) ha ricordato che se non si fosse dilapidato un capitale “Sui 10 km di cattedrale nel deserto di TiBre, avremmo avuto i soldi per fare i ponti e migliorare la rete ferroviaria” ma ha anche rimarcato il fatto che quando il ponte verrà riaperto si dovrà prestare particolare attenzione al peso dei mezzi che lo percorreranno.

Pierluigi Pasotto ha parlato della ferrovia e dei colpevoli ritardi su quanto promesso sui trasporti sostitutivi: “Chi deve andare all’Oglio Po provenendo dal parmense fa ancora fatica perché alle promesse non sono seguiti i fatti. I sindaci del territorio sono venuti un po’ meno. Se deve essere un comitato a sostituirsi ai politici, c’è qualcosa che non va”.

Presenti – per la politica – in sala anche Stefano Capaldo (M5S Viadana) Adamo Manfredi (M5S Casalmaggiore) e Calogero Tascarella (CNC Casalmaggiore). Poi ancora interventi di altre persone presenti sull’esigenza di fare pressione sugli amministratori locali affinché pensino territorialmente e non difendendo unicamente la propria parrocchia, sull’ingiusta sperequazione che vede comunque l’attenzione rivolta ai commercianti e agli artigiani e non a tutti i cittadini pendolari che pagano pesantemente le conseguenze della chiusura del ponte, sul’insicurezza delle strade che portano a Parma “Su alcune non vi è neppure la segnaletica orizzontale, ed è un pericolo”.

Si è pure accennato alla pressione che il Comitato dovrebbe fare per fare aprire il ponte almeno ai pedoni ed ai ciclisti. “Era una richiesta che avevamo fatto nei primi tempi – ha spiegato Antonini – ma poi abbiamo preferito soprassedere. Anche perché la situazione la conosciamo tutti ed insistere avrebbe significato un pronunciamento ufficiale, maggiori controlli ed una definitiva chiusura”.

In sala c’era chi quel ponte lo fa a piedi o in bicicletta e così continuerà a fare. Questione di lavoro, e di sopravvivenza.

Infine la ‘sorpresa’ preannunciata dal comitato. E’ stata Raffaella Bonatto a spiegarla. il 31 gennaio, a partire dalle 5.15, il Comitato insieme ad Arci Bassa ha organizzato Colazione in Stazione. Ai viaggiatori verrà offerta la colazione, the e caffé caldo ed un dolce. Un modo per mostrare ancora di più la vicinanza ai pendolari. Il 2 febbraio poi, alle 21, appuntamento per l’incontro tecnico. Dovrebbe esserci – questa la notizia dell’ultima ora – Gabriele Annoni, dirigente del Servizio Viabilità della provincia di Parma che dovrebbe chiarire sulle tempistiche legate ai lavori.

Il comitato, insomma, va avanti. Alla guida i combattenti della prima ora e tante persone che hanno capito che senza lotta nulla si ottiene. L’unione fa la forza, e quella del Comitato (strategica la presenza nel direttivo di un rappresentante di Colorno) è la forza che nasce dalle idee, che nasce dal basso. Non servirà, forse, a cambiare il mondo ma tiene desta l’attenzione. Nell’attesa che prima o poi chi di dovere (e di potere) si svegli e cominci a fare quel che può. I cittadini pendolari e costretti a riorganizzarsi la vita loro malgrado lo fanno ogni giorno, i comitati si sostituiscono alla politica persa nel limbo. Una politica alla quale si continueranno, e senza tregua, a chiedere certezze. Magari piccole, al posto delle solite, inutili parole e dichiarazioni d’intenti.

Nazzareno Condina

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