Salute

Sanità, Rive Gauche: "Area interaziendale, perso troppo tempo"

"L’istituzione dell’Area interaziendale territoriale socio-sanitaria casalasco-viadanese può rappresentare un opportunità per migliorare la gamma di offerta dei servizi"

CASALMAGGIORE – Chiede spiegazioni il circolo di Rive Gauche di Casalmaggiore. L’istituzione dell’Area interaziendale territoriale socio-sanitaria casalasco-viadanese può rappresentare un opportunità per migliorare la gamma di offerta dei servizi territoriali e la loro qualità, ma non tutti i soggetti in campo sembrano fare la stessa considerazione, a partire dai primi cittadini.

“In relazione all’attuazione della riforma della sanità regionale (L.R 23/2015) ed in particolare in riferimento all’istituzione dell’Area interaziendale territoriale socio-sanitaria casalasco-viadanese – scrive Rive Gauche – non si riescono a comprendere i contenuti, gli obiettivi ed i tempi di realizzazione di questo progetto sperimentale. Se da un lato, infatti, qualche incontro pubblico si è svolto sui territori casalasco e viadanese finalizzato ad illustrare le misure che l’ASST intende attuare per organizzare e potenziare i presidi Oglio-Po, Bozzolo e Viadana, nulla ad oggi si è compreso in relazione all’organizzazione e coordinamento delle attività amministrative e socio sanitarie territoriali in particolare riferite all’area consultoriale, servizi per le dipendenze, centri psicosociali e di neuropsichiatria infantile, poliambulatori, punti prelievo, centri di assistenza domiciliare”.

“Avrebbe dovuto inoltre prendere avvio il nuovo sistema di presa in carico e gestione dei malati cronici. Nella consapevolezza che tale riorganizzazione territoriale si presenti molto complessa in quanto negli ultimi venti anni, in particolare dopo lo scioglimento dell’Ex USSL 50/51, i servizi socio sanitari territoriali hanno seguito politiche organizzative molto differenti nei territori cremonese e mantovano e ancora più complesso se si considera che l’ambito cremonese differisce dall’ambito casalasco come l’ambito viadanese si differenzia da quello asolano, si ritiene che la riorganizzazione possa rappresentare un’interessante opportunità per il nostro territorio. Ad accrescere la complessità contribuisce anche il riferimento a politiche sociali organizzate dalle ASST cremonese e mantovana in sinergia con ambiti afferenti a diversi Uffici di Piano”.

“A che punto è l’organizzazione della nuova Area interaziendale territoriale socio-sanitaria casalasco-viadanese? Come si pensa di organizzare il nuovo ambito distrettuale al fine di rispettare le particolarità e le specificità di ogni territorio? Quali sono modalità operative per il subambito Come si pensa di integrare l’ambito ospedaliero con le diverse realtà territoriali? Come sarà possibile conciliare gli assetti organizzativi delle ASST cremonese e mantovana? come si pensa di inserire all’interno delle politiche socio sanitarie le indicazioni contenute
nella nuova riforma della Cronicità? Esiste un budget disponibile? A quanto ammonta? Come si pensa di coinvolgere gli operatori che operano nelle diverse realtà territoriali e i loro bisogni in questo progetto di riorganizzazione?”

“L’istituzione dell’Area interaziendale territoriale socio-sanitaria casalasco-viadanese può rappresentare un opportunità per migliorare la gamma di offerta dei servizi territoriali e la loro qualità, ma solo attraverso la partecipazione di tutti gli attori territoriali e istituzionali. La politica ad esempio, non sta recitando il ruolo che dovrebbe. Quasi tutti i sindaci del territorio, e la loro consulta, stanno assistendo passivamente al trascorrere del tempo. Ma il tempo di questo ambito sperimentale potrebbe presto finire, e con esso la concreta possibilità di rinvigorire il nostro ospedale Oglio Po e tutto il territorio con servizi per i cittadini. Abbiamo letto l’analisi del gruppo consiliare “Casalmaggiore la Nostra Casa “, Lo condividiamo, e al dottor Camillo Rossi, che rappresenta “colui che puote” diciamo che il malcontento è tanto e crescente. E’ tempo di agire perchè di tempo se n’è perso fin troppo”.

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