Politica

Casapound in piazza, l'ANPI: "Il solito disco rotto"

Questa gente che rivendica le buffonesche imprese coloniali, la disastrosa guerra mondiale, le leggi razziali, l’occupazione nazista di cui furono imbelli scherani, rivendica oggi la primazia degli italiani

CASALMAGGIORE – La presenza del banchetto e dei militanti di Casapound in piazza a Casalmaggiore sabato mattina non è passata inosservata. A scriverne l’Anpi di Casalmaggiore: “Da diversi mesi assenti dalle piazze reali (in quelle mediatiche, purtroppo, stazionano anche troppo) ecco sensibili alla chiamata elettorale, ricomparire gli abitanti del Continente Nero.
Ne avevamo perse le tracce in questa zona, se non per episodi di aggressioni varie consumate a cavallo dell’estate tra Mantova e Crema. Questa settimana tocca a Casapound presentarsi nelle piazze della provincia cremonese. Ma potrebbero essere Forza Nuova, Veneto Fronte, Lealtà e Azione, Dodici Raggi, o altre sigle similari. Non cambierebbe nulla. Il ritornello “Prima gli italiani” risuonerebbe uguale a se stesso, come un disco rotto. Il bello è che questi signori oggi sono vicini ad una forza politica che fino all’altro giorno sosteneva che la Padania (entità geostorica di incerti natali e ancor più incerti confini) non era Italia. E che il meridione non era popolato da italiani ma da popolazioni (Etnicamente? Culturalmente? Geograficamente? Non è dato sapere) diverse. La cosa era condivisa ampiamente da larga parte di coloro i quali hanno trovato finalmente una risposta alle proprie urgenze identitarie (si sa, chi è debole e malsicuro ha di queste urgenze) e, conseguentemente, indirizzato altrove il proprio razzismo. Bene. Proprio questo, assieme ad un coacervo di indicibili scempiaggini liberamente tratte dalla propaganda missina post bellica, sembra essere il cemento di questo nuovo continente. Nero, appunto. Pazienza, dirà qualcuno, siamo in campagna elettorale, dura poco. Gli italiani di prima, lo sappiano lor signori, settant’anni fa divennero cittadini e non più sudditi. La Costituzione della Repubblica fu il primo documento a garantire Sanità, Pensioni, diritto di voto alle donne, e tutto quanto viene attribuito, dall’ignoranza imperante, al regime precedente. La Costituzione prevede anche la libertà di parola e di espressione che il precedente regime aveva negato, agli Italiani di prima, prima della Repubblica nata dalla Resistenza. Libertà che ha una sola, precisa limitazione. Dovrebbe cioè essere negata a coloro che volevano e vogliono ripetere, in ogni modo, quella precedente sciagurata esperienza. Questa gente che rivendica le buffonesche imprese coloniali, la disastrosa guerra mondiale, le leggi razziali, l’occupazione nazista di cui furono imbelli scherani, rivendica oggi la primazia degli italiani. Prima gli Italiani, certo. Quelli mandati a morire di fame e di freddo nell’operazione Barbarossa, con scarpe di cartone e finte munizioni nelle giberne. Ah già, ma si parlava di milioni di baionette, e forse non c’eran manco quelle. Prima gli Italiani dunque. Quelli mandati a morire di fatica, di fame, di gas, nei campi dell’ex alleato germanico.
Prima gli Italiani, sicuro. Quelli che subirono il martirio di due anni di occupazione di un feroce esercito invasore coadiuvato da solerti e crudeli lacchè. Gli italiani, quelli che hanno memoria, non sanno cosa farsene di questi sgangherati epigoni. E le forze che vedono nella costituzione un faro imprescindibile per l’azione politica non possono che inorridire di fronte a questi rigurgiti. “Su queste strade se vorrai tornare? ai nostri posti ci ritroverai? morti e vivi collo stesso impegno? popolo serrato intorno al monumento? che si chiama? ora e sempre? RESISTENZA”.

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