Treno, 43 minuti dopo. "Ho sempre meno tempo per stare con mio figlio"
Ma c’è pure di peggio: “Ho un figlio che vedo sempre meno, e i nuovi orari non hanno fatto altro che peggiorare la qualità della mia vita"
PARMA – 40 minuti di attesa, senza sapere il perché. Chi ha l’app di Trenord legge un oscuro messaggio che dice che il Parma Brescia (treno 20354) che avrebbe dovuto partire non partirà se non con 40 minuti di ritardo, perché è necessario prolungare la sisosta tecnica del treno. “Siamo qui fermi – spiega M.G., che sta aspettando di tornare a casa – e nessuno ci dice niente. Anche questa volta grazie a Trenord, per fortuna che domani è sabato”. I minuti di ritardo superano già i 40. Trenord dice che seguiranno aggiornamenti. Il treno – magra consolazione – non è affollato come al solito. C’è chi guarda il cellulare, chi guarda fuori, l’attesa nei pensieri e gli occhi alla notte. Lei, come altri pendolari, sta aspettando di tornare a casa. Chi ci sta aggiornando in presa diretta dal treno è ricercatrice a Parma “Segnalavo i disservizi ancora prima che chiudessero il ponte. Ora la situazione è peggiorata, molto di più, e peggiora di giorno in giorno”. Arriverà tardi, come spesso capita. “Prendo il treno quotidianamente per andare a lavoro, pago regolarmente l’abbonamento anche se non mi vengono garantiti i servizi minimi, tra ritardi, cancellazioni, pulizia scarsa e mancanza di sicurezza”. Ma c’è pure di peggio: “Ho un figlio che vedo sempre meno, e i nuovi orari non hanno fatto altro che peggiorare la qualità della mia vita. Il treno delle 17.52 non esiste più e, poiché al mattino il treno delle 8 da Piadena è sempre in ritardo, non posso anticipare il rientro a quello delle 17.33. Di conseguenza alla sera sono costretta a tornare alle 18.13, sottraendo ulteriore tempo al mio bambino”. Tempo che neppure a lei nessuno restituirà. Intanto il treno riparte. 43 minuti dopo l’orario fissato. La cronaca del far west trasporti ferro, per oggi, finisce qui. L’ansia di tornare a casa e la rabbia di non poterlo fare mai con sicurezza. Storie, insomma, di ladri di tempo e di ordinari disservizi.
Nazzareno Condina