Cronaca

Canneto e Boretto tengono vivo il ricordo di Felice Montanari, il partigiano "Nero"

A 73 anni dalla scomparsa, al mattino amministrazioni dei due comuni riunite a Canneto, prima in Cimitero e poi in Comune. Al pomeriggio cerimonia al Casello 23 di Boretto, dove il non ancora 19enne cannetese, perso lo scontro con i nazifascisti, si tolse la vita piuttosto che consegnarsi al nemico.

CANNETO SULL’OGLIO/BORETTO – Il ricordo di Felice Montanari, il partigiano “Nero”, nato a Canneto e morto a Boretto, a 73 anni dalla sua tragica quanto eroica scomparsa è più che mai vivo. Come è ormai tradizione infatti, anche oggi le Amministrazioni dei due Comuni si sono unite nella commemorazione del giovane cannetese che, il 5 gennaio del ’45, barricato al casello 23 di Boretto a guardia di un ufficiale nazifascista (che doveva essere scambiato con un partigiano prigioniero), fronteggiò da solo un gruppo di nemici, ma quando fu evidente che il duello perso, preferì uccidersi piuttosto che consegnarsi vivo. Non solo, il ragazzo cannetese, aveva solo 21 anni, avrebbe potuto uccidere il suo ostaggio prima di togliersi la vita, ma non lo fece, per pietà e per evitare rappresaglie. “Perduto, lasciate un fiore rosso”, il suo ultimo messaggio scritto col carbone. Una richiesta che in tutti questi anni è stata sempre onorata, al pari della sua memoria. Il suo sacrificio per la libertà è stato infatti ricordato in entrambi i paesi. Al mattino alle 10.30 al cimitero di Canneto dal sindaco Raffaella Zecchina, presente insieme agli assessori Remo Gnaccarini (servizi sociali) e Attilio Facconi (comunicazione), dal consigliere di minoranza Gianni Arrigoni, dai carabinieri della locale stazione, dalla Polizia Locale con il comandante Quatti, dall’ANPI cannetese con Paolo Bonetti. Da Boretto è giunto l’assessore Wilmer Farri, con i rappresentati dell’ANPI e della Polizia Locale. Presenti i parenti di Felice Montanari: l’ex vicesindaco Angelo Appiani con i genitori Giuseppe Appiani e Pierina Freschini e la cugina Elisabetta Bacchi.

Dopo la posa dei fiori sulla lapide, Andrea Arienti ha suonato con la tromba “il silenzio” e sia il sindaco Zecchina che l’assessore di Boretto Farri hanno ringraziato tutti quanti si adoperano anno dopo anno per tenere vivo il ricordo e l’esempio del coraggioso ragazzo cannetese. Non si è escluso di provare a realizzare in futuro un progetto sul “partigiano nero” e i luoghi della memoria della lotta all’antifascismo che possa interessare le scuole. Dal cimitero il gruppo si è spostato in Municipio dove l’Amministrazione ha fatto dono ai rappresentanti di Boretto di alcuni degli oggetti e degli stampati realizzati in occasione degli 800 anni festeggiati nel 2017.Nel pomeriggio la commemorazione si è tenuta a Boretto. Dal Comune i partecipanti si sono spostati al Casello 23. Per Canneto sono giunti anche il consigliere Angelo Zecchina e una rappresentanza dell’AEMOC. A fare le veci del sindaco Zecchina l’assessore Gnaccarini. Anche in questo caso la posa dei fiori, le note del “silenzio”, le parole di ringraziamento del vice sindaco di Boretto Matteo Benassi e di Angelo Appiani hanno onorato nuovamente il sacrificio del partigiano “Nero” in nome della libertà. 

MLR

 

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