Arcangelo Pirovano: "Il museo già c'era. Fu la politica ad affossarlo"
In primis il Museo Civico Archeologico di Casalmaggiore c'era e ha funzionato fino al primo governo comunale Araldi, aveva in Brunivo Buttarelli il suo primo Conservatore
CASALMAGGIORE – Centro Casalasco di studi Paletnologici, qualche precisazione va fatta rispetto alla relazione dell’assessore alla cultura Pamela Carena. Troppo giovane perché, al di la della documentazione, possa conoscerne in profondità la storia. A spiegarla Arcangelo Pirovano Todeschini, uno dei membri di quel centro studi, protagonista di quegli anni.
“Ci sono alcune inesattezze e sicuramente l’Assessore Carena non ne può essere a conoscenza grazie alla sua giovane età. In primis il Museo Civico Archeologico di Casalmaggiore c’era e ha funzionato fino al primo governo comunale Araldi, aveva in Brunivo Buttarelli il suo primo Conservatore riconosciuto dalla Soprintendenza di Milano, aveva un suo consigli d’amministrazione come dalle vigenti leggi regionali, con i rappresentanti dell’Amministrazione Comunale, due di maggioranza ed uno di minoranza e fino alla consegna dei reperti in parte catalogati dalla Soprintendenza il sottoscritto come Segretario del Museo teneva regolari contatti con la competente l’ispettrice del periodo storico cui i materiali appartenevano. Nel faldone del Museo Civico Archeologico di Casalmaggiore, si dovrebbe trovare traccia dei vari finanziamenti ricevuti dalla Regione Lombardia, ricordo bene una cifra di 20 milioni di lire, usati per rifare il tetto del Torrione, con l’impegno dell’Amministrazione Comunale dell’epoca di stornare nel periodo successivo tale cifra per il rifacimento del M.C.A. trasferito nel frattempo dalla Fastassa del Teatro Comunale al Palazzo Diotti. Va detto che il M.C.A. ha goduto dell’appoggio dei Sindaci Rotelli e Gardani ed in un primo periodo anche di Araldi, ma poi dato che dai 2 scavi (Fontana e Fossacaprara) non è stato mai trovata ne una croce e tanto meno un distintivo del periodo fascista la storia degli antenati Padani venne considerata poco culturale”.
Per cui, al di la della normativa, un museo già c’era a Casalmaggiore. Secondo Pirovano fu la politica ad affossarlo in maniera definitiva.
Nazzareno Condina