Cronaca

Martignana e Casalmaggiore, la fusione (se ci sarà) non sarà a freddo

Della materia si è occupato il consiglio comunale in cui si è discusso (e alla fine approvato) relativamente al primo blocco delle convenzioni sui servizi

CASALMAGGIORE/MARTIGNANA DI PO – Duemila persone, numerosi casalaschi inglobati (o fusi o uniti) con Casalmaggiore che di abitanti ne fa più di sette volte tanto? Convenzione o meno sembra essere quello il destino a cui si andrà incontro. In tempi più o meno lunghi e non quantificabili, secondo l’amministrazione comunale di Casalmaggiore. In tempi da contingentare per non perdere i numerosi vantaggi che ora sussistono secondo Pierluigi Pasotto (CNC) e per non mandare in ‘sofferenza’ il livello dei servizi di Casalmaggiore.

Della materia si è occupato il consiglio comunale in cui si è discusso (e alla fine approvato) relativamente al primo blocco delle convenzioni sui servizi. Si partirà dai servizi anagrafici e di stato civile, dalla municipale e dalla pianificazione urbanistica. Servizi che il comune di Martignana pagherà al comune di Casalmaggiore. Nello specifico 6 ore settimanali per una pattuglia di vigili urbani (11.159,72 euro), una unità affittata per i servizi demografici (1500 euro sino a marzo, poi probabilmente si ridefinirà visto che lo stesso comune di Martignana dovrebbe reintegrare un’unità nel suo organico). Per la programmazione urbanistica si attiverà il servizio quando ve ne sarà la necessità.

A questa cifra vanno aggiunti 4000 euro che Martignana verserà a Casalmaggiore. Per il servizio prestato le unità percepiranno un conguaglio e un conguaglio in denari percepiranno anche le posizioni apicali (i capi del servizio, per intenderci) per l’impegno organizzativo.

Tutti felici? No, anzi qualche perplessità in sede di dibattito è stata sollevata soprattutto dal consigliere Pierluigi Pasotto e dal compagno di gruppo Calogero Tascarella. “Quella della convenzione non è la via migliore – ha spiegato Pasotto – intanto i dieci anni sono un tempo troppo lungo. Martignana non recederà mai”.

Pasotto ha spiegato che la taratura dei servizi è un processo estremamente articolato, che la qualità dei servizi di Casalmaggiore è sempre stata elevata ma che tra pensionamenti e mancate sostituzioni e con trasferimenti in calo rischia di andare in sofferenza. “Da moltissimi anni il comune di Casalmaggiore ha fatto una scelta che è quella di mantenere servizi a gestione diretta. Servizi su buoni livelli”.

Il consigliere d’opposizione ha anche evidenziato che si va verso un momento critico per la stessa Casalmaggiore in cui bisognerà fare delle scelte: “La strada migliore è quella di ridurre di molto la convenzione e cominciare a parlare di fusione”.

Questo avrebbe indubitabili vantaggi dal punto di vista economico. I due comuni fusi, che al momento portano a casa di contributi statali 1900 mila euro (1600 Casalmaggiore, 300 mila Martignana) porterebbero a casa la stessa cifra aumentata del 60% (circa 1100 mila euro in più annui), oltre 300 mila euro annui da Regione Lombardia. In più vi sarebbero altri vantaggi.

Il pericolo resta quello di fare i conti senza l’oste. E l’oste in questo caso è la popolazione. Martignana accetterebbe di essere inglobata, divenendo riserva indiana, frazione di Casalmaggiore? L’unione, o la fusione andrebbe ratificata da un referendum e la storia dimostra che il 50% delle fusioni sono naufragate proprio su questo e per la maggior parte per il rifiuto dei comuni più piccoli a divenire parte di quelli più corposi. Tre anni sarebbero sufficenti per rendere più condivisibile la supposta a Martignana? Se si pensa che la medicina può far guarire dal male forse sì. Ma per il cittadino che la deve prendere, la supposta resta tale, al di là dei benefici evidenti.

Nella discussione sono poi entrati Giuseppe Scaglioni che ha ricordato il rapporto elevato in quanto a dipendenti del comune di Casalmaggiore (38imo comune in Italia sugli 8000 esistenti), Orlando Ferroni (che ha ricordato anche lui che il numero dei dipendenti comunali è elevato) e Francesco Ruberti (che ha spiegato che non si possono prendere degli abitanti ed includerli in un’altra realtà senza pensare di pagare pegno). Alessandro Rosa ha mantenuto un’equidistanza, sottolineando che il pensiero di Ruberti era condivisibile ma anche rimarcando che Pasotto faceva bene ad avere qualche perplessità.

Saggia la replica del sindaco Filippo Bongiovanni: “Non abbiamo nessun tipo di vincolo. Se domani decidiamo di interrompere la convenzione lo possiamo fare. Abbiamo ricevuto una richiesta d’aiuto da un comune e noi, che siamo comunque un capoluogo di un’area che facciamo? Ci voltiamo dall’altra parte? In previsione futura la fusione è la soluzione migliore, lo so anch’io, 1100 euro in più farebbero davvero comodo ai nostri bilanci ma è pur vero che se non crei una coscenza la popolazione poi tende a rifiutare le scelte imposte. Se non facciamo vedere a Martignana che c’è un servizio che va a loro vantaggio, che hanno servizi in più come si fa a fargli capire che è una buona cosa?”.

Si partirà dunque dalla convenzione con durata (non vincolante) di dieci anni: “Se poi il sindaco di Martignana mi chiama tra qualche mese e mi dice che ha pensato ad una possibile fusione, lavoreremo per quella”.

Dovranno comunque essere i cittadini a ratificarla. Superando i campanilismi ed il senso di appartenenza, mettendo da parte la loro storia e la loro specificità. Accettando di divenire frazione, al di là dei termini aulici con il quale il matrimonio potrebbe essere chiamato. Un processo difficile – anche se non impossibile – da digerire. Un processo che comunque richiederà tempo.

Un po’ come quando ci si siede a tavola e si offre all’ospite la peperonata e lo spezzatino di cinghiale. Non si può pretendere che poi lo stesso si alzi da tavola leggero come le piume, subito dopo. E che quel cibo lo digerisca in un battibaleno.

Nazzareno Condina

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