Borghi più belli, Pomponesco è fuori. Lega attacca, sindaco Baruffaldi si difende
Secca la smentita del primo cittadino Pino Baruffaldi, il quale ammette di non essersi recato soltanto ad una riunione, quella relativa all'approvazione del bilancio, per una semplice ragione: la stessa si teneva nientemeno che in Sardegna.
POMPONESCO – Uno scorcio paesaggistico, i monumenti, l’aspetto architettonico e urbanistico di un paese non possono sciogliersi all’improvviso come neve al sole. Ne è convinta la comunità di Pomponesco nell’apprendere la notizia secondo la quale la loro località non fa più parte dei Borghi più belli d’Italia. La rivelazione sarebbe uscita dalle forze di minoranza facendo immediatamente il giro delle case. Secondo quanto si va dicendo la perdita della qualifica sarebbe stata determinata dalla mancanza di partecipazione del sindaco alle assemblee organizzate dall’Ente che conferisce l’attribuzione.
Maicol Caffarra, consigliere di minoranza locale, va infatti all’attacco: “Le previsioni si sono avverate: sono ormai anni che la Lega Nord di Pomponesco critica le modalità di partecipazione del comune al club “I borghi più belli d’italia”. Nel 2013 la prima amministrazione Baruffaldi fece richiesta di entrare a far parte dell’associazione. Promotore e forte sostenitore di questa iniziativa proprio Baruffaldi, l’unico della passata amministrazione a ripresentarsi alle ultime elezioni. Ottenuto nel 2015, il titolo venne celebrato con tanto di consegna ufficiale della bandiera dei Borghi in pompa magna. La sezione Lega Nord da subito ha contestato non il riconoscimento ottenuto in quanto di certo Pomponesco merita tale titolo, ma la non progettualità con la quale l’amministrazione si era approcciata a questa associazione e agli impegni che ne derivano. Ci si è sempre chiesti, anche attraverso interpellanze comunali, lo scopo, l’utilità e i benefit che avrebbe portato al paese e ai cittadini questo fregio, considerato che per farne parte ogni anno viene richiesta una cospicua quota da parte del club (superiore a 1.000 euro). Come un castello di sabbia costruito senza fondamenta e senza un legante al tessuto pomponescano è crollato il piano di Baruffaldi, ora è ufficiale: Pomponesco è escluso dal gruppo dei borghi più belli d’Italia. Lo si apprende da una comunicazione dell’associazione. E le motivazioni sono di quelle che lasciano l’amaro in bocca e avvalorano le nostre preoccupazioni di sempre: il sindaco (e nemmeno un suo rappresentante!) non ha mai partecipato alle assemblee e alle iniziative istituzionali promosse dall’associazione stessa, eventi ai quali, come previsto dallo statuto, la partecipazione è necessaria”.
“Se si viene esclusi ufficialmente non si può utilizzare a partire da quel momento – prosegue Caffarra – né il famoso logo rosso indicante l’appartenenza, né la cartellonistica stradale e men che meno utilizzarlo nell’intestazione ufficiale di documenti cartacei comunali. Viene da chiedersi il motivo per cui il sindaco, passati bene sei mesi dalla comunicazione ufficiale, non si è adoperato per eliminare tutti i distintivi dalle strade, dal sito internet e dall’intestazione dei documenti? Si è ben curato invece di tener soffocata la triste notizia. Sperava forse non diventasse di pubblico dominio? È duro ammettere il fallimento di un’idea, soprattutto quando la si sbandiera ai quattro venti in ogni occasione, ma questa è la testimonianza della superficialità di questa amministrazione. Sarà nostro dovere presentare una interrogazione in consiglio comunale per far luce su questa vicenda, chiedendo quali siano le intenzioni in merito, se tentare il reintegro o abbandonare l’idea. Di certo resta la magra figura che la nostra amata Pomponesco, nostro malgrado, ha rimediato nei confronti di una associazione – e dei suoi autorevoli associati – che tanto avrebbe potuto far bene all’immagine della nostra città”.
Secca la smentita del primo cittadino Pino Baruffaldi, il quale ammette di non essersi recato soltanto ad una riunione, quella relativa all’approvazione del bilancio, per una semplice ragione: la stessa si teneva nientemeno che in Sardegna. La nota parsimonia del sindaco ha voluto evitare una spesa ritenuta eccessiva per le casse comunali sempre asfittiche. Una vicenda che si trascinerà in qualche aula giudiziaria anche se non si comprende come una mancata partecipazione possa causare la perdita di una benemerenza. Se un borgo era stato ritenuto degno di entrare nella classifica dei più belli d’Italia non si comprende perché improvvisamente se ne debba decretare l’uscita. Specialmente se sono state pagate tutte le quote richieste dal Regolamento.
Rosario Pisani