Ponte, 60 persone. Il popolo del web si scioglie come neve al sole
"Sull'esposto "L'unica maniera - ha spiegato Antonini - che c'è perché la procura ci guardi dentro è che i mass media continuino a tenere alta l'attenzione sulla questione treni"
CASALMAGGIORE/COLORNO – Non più di 60/70 persone quelle che hanno presidiato l’accesso cremonese di ponte Po. Non c’erano sindaci, non c’erano consiglieri o presidenti provinciali. Come se il problema non fosse pure il loro.
C’erano gli attivisti di sempre, quelli dei comitati ambientalisti (qualche frizione e qualche distinguo col comitato lo si è colto anche ieri mattina), c’era Massimo Mori per la maggioranza, Orlando Ferroni per le forze del limbo, e le forze di opposizione casalese (Pierluigi Pasotto e Mario Daina per CNC, Alessandro Rosa e Carlo Sante Gardani per il Listone, oltre ad Alessandro Manfredi per il M5S) e viadanese (un buon gruppo del M5S, con Stefano Capaldo in prima fila) e c’era il Comitato TrenoPonteTangenziale, con quasi tutti i suoi effettivi, dal presidente Paolo Antonini a Raffaella Bonatto, Beatrice Gozzi e Federica Tortella. Presente anche l’onorevole Franco Bordo.
Non c’erano i sindaci è questa non è una novità, ma ben più grave non c’era tutto il popolo del web. Quello che si lamenta e s’indigna, quello che dalla tastiera spacca il mondo e alla fine fa sempre fatica a metterci la faccia. Al di là delle scusanti sacrosante – lavoro, famiglia o altro – sui 1816 iscritti al gruppo ‘Tutti a manifestare per il ponte di Casalmaggiore’, 60 persone sono il 3,5% degli indignati. Un venticello nello spazio.
La delusione era evidente nei volti. Soprattutto in quello di Raffaella Bonatto, che dal primo momento si batte con il Comitato per alleviare le pene di tutta una cittadinanza. Ma anche negli altri una certa delusione, al di là dei sorrisi di facciata, la si è colta. Difficile dare loro torto. Un certo nervosismo è esploso all’inizio, quando è arrivato Orlando Ferroni con la cartografia del ponte provvisorio, attaccando la politica in maniera generica e senza scendere nei dettagli. Cosa che ha fatto imbestialire gli altri politici presenti. Una protesta contro la politica senza nomi e cognomi, rischia di divenire come la battaglia di un don Chisciotte qualunque contro i mulini a vento, la quint’essenza del qualunquismo, ma nomi il consigliere delegato alla golena e delegato dall’intero consiglio comunale di Casalmaggiore alla questione ponte, non ne ha voluti fare. Dopo 10 minuti di ‘scontro’ lo stesso Ferroni ha deciso di andarsene dall’altra parte, sul versante colornese a cercare maggiori fortune.
La gente – i pochi presenti – si sono confrontati. Han chiesto di fare una passeggiata simbolica almeno sino all’accesso del ponte ma, invitati a non farlo dalla forza pubblica presente in numero massiccio, hanno desistito. Tutto è proceduto in maniera tranquilla, sino a mezzogiorno mentre i presenti sciamavano via, vessilli ammainati e qualche perplessità, per le strade della città.
Dopo la delusione d’inizio comunque, nel pomeriggio, l’intenzione di andare avanti nella battaglia. E, a proposito di battaglie il presidente avvocato Paolo Antonini ha confermato che dalla procura ancora nessun accenno all’esposto presentato dal comitato. Una delusione in più soprattutto per chi ha fiducia nella giustizia. “L’unica maniera – ha spiegato Antonini – che c’è perché la procura ci guardi dentro è che i mass media continuino a tenere alta l’attenzione sulla questione treni”. Paradossale di fronte ad un esposto presentato che l’unica maniera affinché venga preso in considerazione sia continuare a parlarne.
Nazzareno Condina