Cronaca

Ponte, Ferroni e l'idea di una struttura privata: "C'è una cordata di imprenditori"

Una prospettiva piuttosto bizzarra, che ha quasi dell'incredibile: chi la propone se ne prende tutte le responsabilità. Nessuna possibilità di farsi dire almeno un nome. "Il privato avrebbe meno problemi del pubblico per realizzare l'infrastruttura"

CASALMAGGIORE – La soluzione alternativa al ponte provvisorio é il ponte provvisorio. Non pubblico, ma privato. Ci sarebbe, secondo indiscrezioni fatte trapelare ieri da Orlando Ferroni, come ‘estrema ratio’ una cordata di imprenditori privati (imprenditori con una congrua solidità alle spalle) pronti ad investire su una struttura alternativa e temporanea.

Un ponte ‘privato’ ad uso pubblico, con un obolo da pagare al passaggio. Una cifra simbolica (1 euro) che moltiplicati per i 13 mila utenti giornalieri della struttura fanno 4.745 mila euro annui. E se aumentati per i mezzi pesanti superano i 5 milioni annui. Il ponte si ripagherebbe da solo in tre anni.

“Spero non si debba arrivare a questa soluzione, ma è quella di riserva nel caso vi fosse l’intenzione di andare avanti con l’idea dell’incerottamento. C’è una cordata di imprenditori disposta a farlo. Non posso svelare nulla di più, ma ci sono nel caso fosse possibile, per ora basti questo”. Imprenditori che non sono le ancelle della carità: “No, lo farebbero ben consapevoli di rientrare nelle spese. In tre anni ripagherebbero l’investimento”.

Una prospettiva piuttosto bizzarra, che ha quasi dell’incredibile: chi la propone se ne prende tutte le responsabilità. Nessuna possibilità di farsi dire almeno un nome, almeno una localizzazione. Nulla da fare. “Il privato avrebbe meno problemi del pubblico per realizzare l’infrastruttura, e per il cittadino costerebbe comunque meno del giro a cui è costretto adesso. Se poi si vuole, parte dell’investimento o un contributo ce lo può mettere il pubblico per abbattere i costi. Al privato interessa rientrare nell’investimento e considerando anche il fatto che prima o poi, non passerà molto tempo, anche il ponte di Viadana avrà i suoi problemi essendo quasi giunto a fine vita, Casalmaggiore potrebbe diventare struttura strategica”.

La speranza è, come dicevamo, quella che provveda il pubblico a continuare a dare un pubblico servizio: “Certo, ma ho l’impressione che ci sia chi ci sta giocando dentro. Non vorrei che le province pensassero di incerottare il ponte e intanto cercare di tenersi stretta l’infrastruttura nuova per altri dieci anni. Capisco che le province siano in crisi e non abbiano fondi, ma non vorrei pensassero ad una strada per continuare, in questo modo, a mantenere le loro funzioni. Ho parlato con il sindaco di Colorno, e a parte la felicità per la strada dei fondi BEI, ho intuito che le province hanno probabilmente già un piano per riparare il vecchio con i soldi dello stato e poi, con i soldi dello stato pensare al nuovo, magari cercando di gestire la partita dei fondi BEI. Ci provino, se ne sono in grado. Per occuparsi di fondi e contributi europei servono dei professionisti, e professionisti tra i migliori in Italia sono quelli a cui mi sono rivolto”.

Nazzareno Condina

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