Cronaca

Mario Daina (CNC): "Regione, sono gravi le responsabilità sulle ferrovie"

La situazione del trasporto su ferro... "La Regione, al di là delle parole di Carlo Malvezzi, ha grandissime responsabilità in questa situazione. E' stata la Regione a permettere a RFI di fare il bello e cattivo tempo"

CASALMAGGIORE – “Chiedere a me perché non mettiamo bandiere rosse sul ponte e perché il sindacato non si attiva, con tutto il rispetto, vuol dire non capire. Prima di tutto perché ho pieno rispetto dell’autonomia sindacale e la domanda non deve essere fatta a me, poi perché questo dimostra quanto Ferroni sia lontano dall’avere una credibilità politica. Lui è un generoso, gli va riconosciuto, ma politicamente non è credibile. Riprova ne è che oggi, dopo 3 anni, nessuno sa come sia collocato. Le cose anche giuste che sostiene alla fine si scontrano con il non aver mai scelto dove stare”.

Mario Daina, ex segretario provinciale CISL ed oggi membro attivo di CNC, risponde alle critiche che, nei giorni scorsi gli erano state mosse da Orlando Ferroni sul fatto che – a detta dello stesso consigliere delegato alla golena del Po – a livello sindacale la discesa in campo delle varie sigle non è stata così immediata come ci si sarebbe potuto attendere.

Confessa di non essere abituato ai battibecchi sul web… “E’ un mondo in cui ci si fa forti dell’essere dietro ad una tastiera, in cui la discussione prevale sul ragionamento. In genere evito di rispondere ma questa volta sono stato tirato direttamente in causa”

Il discorso di Daina però va ben oltre. “Parlare di bandiere rosse rivolto a me peraltro dimostra ancor di più che l’obiettivo è sbagliato: sono stato segretario provinciale CISL, mai stato comunista. Se parliamo di politica e di forze politiche, se parliamo di CNC, allora posso rispondere, ma come sindacato rispondono, in piena autonomia i sindacati. Ognuno ha il suo ruolo”.

Allora come CNC: quale il ruolo dell’opposizione cittadina alla luce di questa, o di altre crisi del territorio? “Noi viviamo in un territorio che ha da sempre manifestato la propria debolezza, e la scarsa attenzione al territorio, lo scarso peso è lo specchio della realtà in cui viviamo. La nostra scelta è stata, questa volta come sull’ospedale, quella di partire dal basso, nella consapevolezza che solo se aggreghi persone, solo se hai la forza di riunire, di raccogliere puoi sperare di incidere. Per questo appoggiamo e ci siamo fatti anche promotori dei vari Comitati, prima per quanto riguardava l’ospedale e adesso per la questione ponte, cercando di  rispondere il prima possibile alle esigenze del territorio e delle persone. E qualcosa in concreto, a differenza di chi parla e non fa, lo abbiamo fatto. Forse qualcuno dimentica che siamo stati i primi, con CNC e subito dopo la chiusura del ponte ad occuparci di lavoratori, i primi a raccogliere le loro istanze e le loro esigenze”.

CNC dunque con un ruolo attivo nell’affrontare la crisi: “Noi c’eravamo, seguiti subito dopo dall’amministrazione, a raccogliere le istanze e le esigenze dei lavoratori. Come partito abbiamo lavorato affinché la politica si facesse interprete, portasse le istanze dove andavano portate. Quelle dei cittadini, quelle dei Comitati. Peraltro i 5 milioni di euro dello Stato nascono proprio da questa maniera di muoversi, di agire. L’intervento favorito da Pizzetti non nasce per grazia ricevuta, ma è frutto di un dialogo, di un lavoro che nasce a livello territoriale. Oggi stiamo spingendo perché la TiBre ferroviaria venga inserita nel programma nazionale delle ferrovie e del loro potenziamento. Abbiamo favorito l’incontro tra i presidenti delle province, i rappresentanti del territorio a tutti i livelli, spingendo affinché la soluzione adottata sia quella del tracciato TiBre che passa da Piadena, e non quella di Suzzara. Questo garantirebbe il potenziamento della linea ferroviaria. Sulla sanità, tanto per dire qual’é la differenza, ricordo solo un Ferroni a braccetto con Mantovani. Cosa ha poi fatto Mantovani per il nostro territorio?”.

Sindacati e politica, un ruolo diverso dunque in un territorio comunque debole… “Sì, perché le dinamiche d’azione sono diverse, anche se a volte, come nel caso della vertenza del Busi, si può fare in modo di favorire il dialogo tra le parti. Tornando al territorio, continuiamo a pagare scelte politiche sbagliate che lo hanno indebolito, a partire dalla divisione dei GAL. Col sindacato c’è un rapporto importante che parte dalla consapevolezza della difesa dei lavoratori, ma il partito ha un idea più ampia, e soggetti diversi. Nel rispetto delle reciproche autonomie e delle scelte, c’è comunque ampia condivisione”.

Parlando di Casalmaggiore… “Valuto in termini positivi il rapporto che si è creato col comune di Martignana per quanto riguarda i servizi, anche se poi non posso non sottolineare che rispetto al ruolo della città come guida di un territorio non si sono fatti passi avanti. Siamo un territorio svuotato e debole. Certo che se non c’è unione, se non c’è questa condivisione noi, al di là dei panegirici di Carlo Malvezzi, restiamo comunque un territorio dimenticato. Noi non ci rassegnamo al ruolo di Cenerentola”.

Torniamo alla crisi, seria, che si è aperta con la chiusura del ponte e con la debolezza dei sistemi alternativi di percorrenza… “Bisogna trovare il modo di affrontare il prossimo anno con meno disagi possibili. E’ chiaro che bisogna favorire le aziende per continuare a lavorare ed i lavoratori. Tutti gli enti, per quanto in loro potere, possono fare qualcosa per agevolare fiscalmente imprese e cittadini. Ma io vado più in là: bisogna far incontrare imprese, istituzioni e lavoratori affinché si trovi la maniera di favorire i lavoratori dal punto di vista degli orari di lavoro. Se ci sono possibilità di manovra con gli orari vanno, in questa situazione di emergenza, sfruttate. I Comuni non hanno grandi strumenti fiscali su cui far leva, ma possono fare il loro così come con maggiori strumenti può fare la Regione. Deve essere rivista, in maniera progressiva, l’imposizione a carattere fiscale in modo che si possa far fronte, con meno disagio possibile, all’emergenza: credo che questo lo si possa fare, a maggior ragione se verrà riconosciuto lo stato d’emergenza, così come richiesto. Non sarà una strada facile, ma è stato giusto provarci”.

La situazione del trasporto su ferro… “La Regione, al di là delle parole di Carlo Malvezzi, ha grandissime responsabilità in questa situazione. E’ stata la Regione a permettere a RFI di fare il bello e cattivo tempo quando si è trattato di fare investimenti, scaricandola dalle responsabilità che aveva. Alla Regione, la mobilità ferroviaria nel nostro territorio non è mai interessata, questo il dato di fatto, e adesso la questione ritorna prepotentemente alla ribalta. Mi dispiace sentire sempre che tutte le responsabilità sono dello stato e di chi governa. Vorrei ricordare che al momento, gli unici soldi veri per il ponte sono quelli dello Stato, i 5 milioni, e pure i 3 della Regione sono soldi dello Stato. Poi, per chi ha corta memoria e lamenta sempre i tagli alle Regioni e agli enti locali, ricordo che fu Tremonti, nel 2010 ad avviare in maniera pesante la politica dei tagli agli enti locali. Se poi vogliamo vedere, Lega e Forza Italia hanno votato conto al decreto fiscale che destinava 35 milioni di euro ai ponti sul Po. Cosa dovremmo dire? Malvezzi dovrebbe pure farsi un esame di coscienza. Lo Stato poi deve rispondere per quanto riguarda i grandi investimenti, a partire dal TiBre ferroviario, in una strategia più complessiva che parta dal trasporto su ferro sino a quello via fiume. Sul TiBre ferroviario, come già detto, si deve puntare sul passaggio da Piadena, che consentirebbe anche l’abbattimento dei costi a un terzo. Per il TiBre autostradale bisogna constatare che oggi non ci sono le condizioni e che le priorità sono altre. Ferrovia e trasporto su fiume. E’ su questo che bisogna investire. Ragionare su un’idea strategica complessiva, questa la strada per il futuro”.

Nazzareno Condina

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