Ponte provvisorio, Ferroni: "Fondi BEI, una strada per pagarlo tutto!"
Nei prossimi giorni, a stretto giro, Ferroni illustrerà agli amministratori nei dettagli la possibile operazione mettendo a disposizione i suoi contatti. “Spero esista ancora possibilità di manovra"
CASALMAGGIORE – Una strada impervia, ma non per questo non percorribile. Per finanziare – ove ve ne fossero le possibilità – i lavori per il ponte provvisorio e magari, in futuro, anche quelli per una nuova struttura. Una strada che passa per l’Europa. Tramite i fondi BEI. La BEI – Banca Europea degli Investimenti è uno degli istituti bancari più importanti nell’Unione Europea, ha infatti facoltà di decidere, per esempio, sull’aumento dei prestiti da erogare alle PMI così come quella di finanziare direttamente le Regioni o le imprese stesse per realizzare i loro progetti. Questa la risorsa sulla quale sta lavorando il consigliere Orlando Ferroni. La BEI eroga i prestiti superiori ai 25 milioni di euro direttamente. Per prestiti più esigui apre linee di credito per istituti finanziari che a loro volta concedono fondi ai richiedenti. Secondo quanto spiegato da Ferroni, il 50% dovrebbe essere a fondo perduto, e il residuo 50% restituibile in rate ad un tasso superagevolato. Da questo alla presentazione di uno studio di fattibilità e alla successiva erogazione ce ne passa di strada, ma il viaggio milanese del consigliere Ferroni ha aperto una possibilità, supportata dal consiglio di uno studio legale milanese che ben conosce la materia dei fondi europei e dal consiglio di Silvia Ciotti, che tiene corsi di Alta Formazione sul tema dei fondi e dei finanziamenti europei ed insegna in master di Europrogettazione. Silvia Ciotti svolge regolarmente attività di europrogettazione, gestione di progetti europei, consulenza sull’accesso agli strumenti di finanza agevolata messi a disposizione dalla Commissione UE. Orlando Ferroni ne ha parlato con la diretta interessata, che ha spiegato che la possibilità esiste. E non è fantascienza o meglio, in questo caso fantafinanza. Ferroni parte da un dato di fatto supportato dai consulenti interpellati a Milano. Grazie ai fondi – e ad uno studio di fattibilità già in possesso per arrivare a quei fondi – il costo del ponte provvisorio si abbatterebbe. Ipotizzando la cifra abbastanza realistica di 15 milioni di euro (non c’è una cifra poiché il progetto dovrà essere sottoposto ad un bando e nessuna azienda – per quanto folle – metterebbe mai in chiaro una cifra prima di un bando), 7.5 milioni sarebbero quelli eventualmente concessi a fondo perduto. Con i 5 già preventivati dallo Stato e i 3 messi a disposizione da Regione Lombardia la cifra sarebbe già a disposizione per partire con i lavori. Lavori per un ponte garantito alla percorrenza dei mezzi pesanti (Classe A2). Detta così sembra semplice, e non lo è: resta un’ipotesi, suggestiva, al momento poiché a farsene sostenitori dovranno essere gli enti e gli amministratori preposti. “Ora, quantomeno, non si sosterrà più che il problema è di natura economica. C’è la possibilità – spiega Ferroni – mi hanno garantito non remota, che si possa accedere a questo tipo di fondo. Il ponte provvisorio permetterebbe intanto di pensare immediatamente a quello definitivo, per il quale occorreranno dai 5 ai 10 anni secondo le previsioni che abbiamo sentito sino a qui. E permetterebbe di pensare al definitivo nell’esatta ubicazione di quello attuale, eliminando di fatto la possibilità che lo possano costruire altrove”. Nei prossimi giorni, a stretto giro, Ferroni illustrerà agli amministratori nei dettagli la possibile operazione mettendo a disposizione i suoi contatti. “Spero esista ancora possibilità di manovra – conclude – e che la politica rifletta su quale è la soluzione più razionale”.
Nazzareno Condina