Cavatorta sull'emergenza ponti: "Mozione da appoggiare subito, Governo ora ci aiuti"
“Tutto quello che dovesse servire per recuperare risorse, velocizzare, riaprire il ponte - precisa il sindaco di Viadana - deve essere percorso. Chiaramente bisogna avere ben presente che l’obiettivo numero 1 deve però essere quello di fare un ponte nuovo: per questo il Governo deve trovare risorse sufficienti".
VIADANA – Anche il sindaco di Viadana Giovanni Cavatorta fa il punto della situazione per quanto concerne l’emergenza ponti. “Giovedì ho partecipato con altri sindaci al consiglio di Casalmaggiore sul problema ponte chiuso – spiega Cavatorta – perché come ho avuto modo di dire se Casalmaggiore e Colorno sono le vittime numero 1, Viadana è la vittima numero 2 di questa sconvolgente situazione. Inseriremo nel prossimo consiglio comunale la mozione per richiedere lo stato di emergenza al governo, così che si possa sperare di velocizzare alcuni iter burocratici. Certo è una mozione di indirizzo, che speriamo sia votata da tutte le forze consiliari, quindi appena sarà pronta l’istanza di richiesta la firmerò anche senza attendere la mozione”.
“Tutto quello che dovesse servire per recuperare risorse, velocizzare, riaprire il ponte – precisa il sindaco di Viadana – deve essere percorso. Chiaramente bisogna avere ben presente che l’obiettivo numero 1 deve però essere quello di fare un ponte nuovo: per questo il Governo deve trovare risorse sufficienti per un piano nazionale per rinnovare tutti i ponti sul Po, come era in sostanza stato fatto più di 50 anni fa. Ce lo meritiamo, siamo la parte più produttiva e progredita del Paese, con tutte le tasse che paghiamo esigiamo una viabilità normale, non da terzo mondo. Perché l’intervento tampone, se e quando sarà fatto, servirà solo per prorogare la vita del vecchio ponte, ma non per salvarlo. E poi cosa ne sarà degli altri? Di quello di Viadana? Adesso è a posto ma col sovraccarico cosa succederà fra qualche anno? Interrogativi che si rincorrono, che vanno risolti con uno sguardo d’insieme per evitare una guerra tra poveri”.
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