Cronaca

Ponte, Provincia Parma svela relazione tecnica. Otto mesi per bando, 21 travi con cavi spezzati

Sulla quasi totalità delle campate i fili sono nella migliore delle ipotesi ossidati ed in molti casi corrosi (con conseguente riduzione della sezione resistente). In complessive 21 travi prefabbricate si riscontrano cavi danneggiati in toto (tutti e 12 i fili interrotti) od in parte (alcuni fili interrotti ed i restanti fortemente corrosi).

CASALMAGGIORE/COLORNO – A seguito della chiusura, il 7 settembre 2017, del Ponte sul Po Colorno – Casalmaggiore (ex strada statale. 343 “Asolana”), la Provincia di Parma – Servizio Viabilità ha incaricato l’ing. Fabio Scaroni esperto strutturista, di compiere uno studio sullo stato del ponte.
Il professionista incaricato dopo rilievi, studi e indagini, ha consegnato la “Relazione finale sulle risultanze delle indagini e indicazione sulle modalità di intervento” . Si può osservare, nella sua completezza, a questo link: http://www.provincia.parma.it/sites/drupal_lepida_provinciapr/files/368_R.020_rev01_0.pdf . All’interno della relazione si legge che sulla base delle risultanze delle indagini riassunte al precedente punto 2 lo stato attuale dell’impalcato è il seguente: sulla quasi totalità delle campate i fili sono nella migliore delle ipotesi ossidati ed in molti casi corrosi (con conseguente riduzione della sezione resistente). In complessive 21 travi prefabbricate si riscontrano cavi danneggiati in toto (tutti e 12 i fili interrotti) od in parte (alcuni fili interrotti ed i restanti fortemente corrosi).

LO STUDIO
Lo studio, che si è giovato anche del lavoro di personale tecnico della Provincia, aveva lo scopo di dare risposta nel minor tempo possibile ad alcuni interrogativi. Innanzitutto: si può riaprire il ponte in pochi mesi? La risposta è stata negativa. Quindi: occorre un ponte nuovo? Sì, senza nessun dubbio.
E’ possibile realizzare un intervento temporaneo? Lo studio definisce gli interventi possibili, tra cui le due Province hanno scelto le soluzioni più opportune, tenendo conto degli aspetti tecnici, idraulici ed economici del problema. Per la riapertura del ponte a doppio senso di circolazione fino a 20 tonnellate, quindi con la possibilità di passaggio degli autobus di linea, è necessario un intervento di minima del costo di 5 milioni di euro. Lo studio sottolinea che questo tipo di intervento va a sanare le “ferite” più gravi del ponte, ma non interviene su tutta una serie di problematicità, che permangono. La percorribilità del ponte dopo questo intervento sarà inferiore ai 10 anni. Nel frattempo il degrado del ponte, in particolare delle travi su cui non si interviene, è destinato a proseguire. E’ evidente perciò che si tratta solo di un intervento – tampone, mentre a livello nazionale si dovrà provvedere alla realizzazione del nuovo ponte. Nel frattempo è indispensabile sopperire il più presto possibile all’interruzione dei collegamenti tra le due regioni, che sta colpendo duramente l’economia di una vasta area tra le due sponde del Grande Fiume.
A questo punto, per definire meglio che tipo di intervento fare e per procedere con la progettazione esecutiva dell’intervento, come evidenzia lo studio pubblicato, occorrono ulteriori ulteriori analisi di laboratorio: l’approfondimento è necessario per sciogliere le ultime incognite sulla resistenza dei materiali, in particolare degli acciai usati iper la costruzione. Queste ulteriori indagini, che sono già state avviate, senza perdere tempo, potranno consentire di elevare il limite di portata del transito dei mezzi sul ponte, una volta riaperto.

I FINANZIAMENTI
Per l’intervento – tampone la Regione Lombardia ha già stanziato 3 milioni di euro; la Regione Emilia – Romagna sta predisponendo la variazione di bilancio, come annunciato dall’Assessore Donnini, per reperire i restanti 2 milioni di euro.
I TEMPI PER L’INTERVENTO – TAMPONE
I tempi stimabili per la gara e il contratto, secondo le procedure richieste da Nuovo Codice dei Contratti, sono di un minimo di 8- 10 mesi. I tempi del cantiere per gli interventi saranno di altri 4 – 5 mesi almeno.
Questa tempistica però inizierà a decorrere solo dopo che saranno arrivate le risorse sul bilancio dell’Ente che bandisce la gara. La Provincia di Parma e la Provincia di Cremona hanno chiesto alla Regione Lombardia di verificare la possibilità che anche i fondi lombardi possano essere trasferiti alla Provincia di Parma per consentire alla stessa, una volta arrivati anche i fondi della Regione Emilia – Romagna, di indire un’unica gara di appalto per l’intero importo, con evidenti vantaggi economici e con il contenimento dei tempi.

NEL FRATTEMPO, GLI ALTRI COSTI
La Provincia di Parma nei mesi scorsi ha già sostenuto sia le spese per la realizzazione di un intervento di somma urgenza finalizzato alla messa in sicurezza della circolazione ed alle indagini per il ripristino del collegamento stradale, del costo di 80 mila euro, sia i maggiori costi per il trasporto pubblico locale, ammontanti in circa 76 mila euro fino al 31 dicembre 2017; per il 2018 i costi aggiuntivi per il trasporto pubblico si stimano intorno ai 240 mila euro. Per tali costi è stato chiesto il contributo della Regione Emilia Romagna.

I PASSI ISTITUZIONALI
PER L’INTERVENTO TAMPONE. Le Province di Parma e Cremona hanno richiesto l’istituzione promuovono un Tavolo di crisi con le due Regioni, i parlamentari e i sindaci dei due territori – da convocare entro una settimana- per accertare la disponibilità a finanziare il percorso per il consolidamento temporaneo del ponte e per richiedere la procedura d’urgenza per tutte le pratiche relative (al Tavolo saranno invitate le rappresentanze del mondo produttivo, le associazioni ed i Comitati di cittadini).
PER IL NUOVO PONTE. Le due Province hanno chiesto al Ministro per le Infrastrutture Del Rio l’istituzione di un Tavolo nazionale con la partecipazione delle due Regioni e di Aipo per la definizione del percorso di realizzazione del nuovo ponte sul Po.

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