Monika Bulaj, a Colorno il racconto straordinario dei popoli e del nostro tempo
Ieri sera al cinema Juventus di Colorno, un evento unico, eccezionale che ha raccolto un centinaio di spettatori attenti oltre che alle immagini, alle parole. Ai racconti di una voce esile di una donna dalla forza straordinaria.
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COLORNO – Fotografa, documentarista, eccellente testimone del nostro tempo. Ieri sera al cinema Juventus di Colorno, un evento unico, eccezionale che ha raccolto un centinaio di spettatori attenti oltre che alle immagini, alle parole. Ai racconti di una voce esile di una donna dalla forza straordinaria. Monika Bulaj (51 anni, ha pubblicato con Repubblica, Corriere della Sera, Gazeta Wyborcza, Revue XXI, Internazionale, Geo, Courier International, National Geographic, Time Lightbox, The New York Times Lens, Al Jazeera) è stata protagonista di un’ora e mezza di racconti di viaggi, dal Tibet all’Armenia, dall’Afghanistan all’Africa, dai balcani sino ad Haiti.
Racconti intersecati dalle immagini proiettate in sala delle sue foto. Parole e immagini, in uno spazio unico. “Il fotografo è un postino che imbuca lettere in una casella delle lettere”. Non ha spiegato che quella buca ha fine nel più profondo dell’anima. Monika Bulaj – come ha avuto modo di spiegare lei stessa – svolge la sua ricerca tra fede, minoranze etniche e religiose, popoli nomadi, migranti, intoccabili, diseredati in Europa, Asia in Africa e in America, non ha spiegato che quelle lettere, le sue lettere, hanno una forza evocativa spiazzante, una capacità di raccontare che va al di là delle stesse parole.
Volti, ma anche stoffe al vento, lapidi, preghiere. Umilissima, ed attentissima a centrare il focus sui popoli, sui soggetti, sulla ricerca lasciando in secondo piano se stessa. All’apparenza comunque. Perché in quel racconto, in quella fine sensibilità delle immagini, in quegli sguardi raccolti non c’era davvero bisogno di capire i tratti della reporter. C’era lei, in ogni scatto. Bianco e nero e colore, l’utilizzo sapiente del controluce e del mosso. Una ricerca appassionata la sua. “Un viaggio ciclico” come lei stessa ha specificato, che ricomincia ogni volta.
Bulaj parla otto lingue e vive – quando non è in viaggio – a Trieste. Un grosso colpo per l’organizzazione di Colorno Photo Life essere riusciti a portare le sue foto in mostra nella città ducale ed essere riusciti a portare lei a raccontarle. Una fotografa, ma pure un’antropologa affascinata dall’universo femminile, dalle fedi, dai racconti dei popoli. Con una fine capacità di narrare la dimensione sacra che si interseca nelle vite dei suoi soggetti.
“Non credete a tutto ciò che si dice su di me, sono solo una persona che viaggia” ha detto di lei stessa. Una persona che viaggia da quando di anni ne aveva 19, macchina fotografica al collo e sguardo acceso sui particolari dei popoli del nostro tempo.
Nazzareno Condina