Vivi Canneto sulla diffida: 'Grave incidente. Si auspica ricomposizione dello strappo'
"A livello istituzionale non ha precedenti nella recente storia cannetese ed ancor meno in quella del nostro gruppo, possa essere superato attraverso il chiarimento personale dei protagonisti
CANNETO SULL’OGLIO – In coda al treno della “questione” diffida del sindaco alla minoranza troviamo Vivi Canneto. L’associazione che dà il nome alla lista di maggioranza con un lungo post sul profilo Facebook del gruppo ha così commentato:
“In merito alla lettera di diffida inviata dal legale del Sindaco ai rappresentanti delle minoranze in Consiglio, vicenda politica che anima il dibattito cannetese di questi giorni, abbiamo avuto modo di prendere atto, con soddisfazione, che tale improvvida iniziativa sia ascrivibile alla volontà personale della dott.ssa Zecchina e non ad un’azione condivisa, e concertata, da parte di una non meglio identificata “maggioranza” che in alcuni passaggi il legale ha sentito la necessità di citare nella propria missiva. Forse come artificio retorico, forse per dare maggior forza alla diffida.
Il fatto che le affermazioni del proprio legale, richiamanti eventuali coinvolgimenti della “maggioranza”, siano state già ampiamente, e correttamente, smentite dallo stesso Sindaco rendono superfluo evidenziare la mancata condivisione di un simile documento da parte di esponenti che a buon titolo possono annoverarsi nel gruppo politico di maggioranza. Lo scrivente in primis.
Volendo quindi limitarsi alle volontà espresse e chiarite da parte del Sindaco con la propria dichiarazione alla stampa, ed esulando da quelle deducibili dalla analisi letterale del testo, si auspica che il grave incidente di percorso, che a livello istituzionale non ha precedenti nella recente storia cannetese ed ancor meno in quella del nostro gruppo, possa essere superato attraverso il chiarimento personale dei protagonisti. Sommessamente rilevo che certi equivoci sul senso della missiva si sarebbero evitati se la perseguita comunicazione personale fosse stata autografa e scritta di proprio pugno, piuttosto che redatta da uno studio legale; se invece di identificarsi con la carica pubblica ricoperta ci si fosse limitati a richiamare le proprie generalità personali, e se invece di citare impropriamente eventuali gruppi di appartenenza politica (la “maggioranza”) ci si fosse attenuti ad una soggettività personale. Altrettanto sicuramente possiamo affermare che se il contenuto fosse stato più circostanziato e probatorio la lettera in argomento non avrebbe potuto assumere agli occhi di lettori distratti o prevenuti un equivoco carattere di intimidazione general generica, finalità che convintamente riteniamo avulsa dalle reali volontà del mandante.
Per concludere, al netto dei possibili equivoci che in questi giorni potranno trovare chiarimento, auspichiamo una ricomposizione dello strappo registratosi nei rapporti tra i rappresentanti delle istituzioni cannetesi, nella convinzione che Istituzioni e Comunità Cannetesi non apprezzino inutili e sterili prove di forza da parte di nessuno dei soggetti coinvolti”.