Pm10, nuova indagine epidemiologica nel Casalasco: voto unanime a mozione di Cnc
Il sindaco ha fornito alcuni dati: sul biossido di azoto la soglia di informazione è di 200 e quella di allarma 400 e noi siamo a 27 con stazione di rilevamento a Viadana; sull’ozono la soglia di informazione è 180 e quella d’allarme è 240, e noi abbiamo raccolto il valore di 106.
CASALMAGGIORE – L’unica mozione discussa in consiglio comunale mercoledì sera a Casalmaggiore ha riguardato i problemi legati all’innalzamento del livello di Pm10 e Pm25, le cosiddette polveri sottili e super-sottili, che proliferano in Pianura Padana. L’obiettivo di Casalmaggiore la Nostra Casa, la minoranza che ha proposto la mozione, era quello di promuovere una nuova indagine epidemiologica nella zona del Casalasco e di organizzare eventi informativi per la cittadinanza. Missione compiuta, dato che il voto a favore della mozione è stato unanime.
Dapprima il consigliere Pierluigi Pasotto ha fatto un po’ di cronistoria, ricordando che la provincia cremonese è divisa in quattro zone: Cremasco, Basso Cremasco e Soresina, Cremona e hinterland, infine Casalmaggiore e Casalasco. “Lungi da noi voler fare un indice dei morti o essere profeti di sventura, ma le patologie neoplastiche hanno subito un innalzamento importante proprio nella nostra pianura. Gruppo Persona Ambiente si era già interessata al problema di un territorio e di un comune come il nostro che, ricordiamolo, tagliato in due dalla strada Asolana, subisce in pieno centro il grande problema dell’inquinamento. Sarebbe opportuno organizzare un consiglio comunale o almeno una serata informativa con il dottor Salvatore Mannino di Asst Cremona. Chiaramente l’attenzione al fenomeno non può prescindere dalla costruzione di una nuova tangenziale, mediante il completamento della Gronda Nord, che può portare grandi benefici anche alla salute della cittadinanza”.
I valori riportati sono considerati atipici: Regione Lombardia attua una forma di screening che dimostra come non tutte le zone abbiano la stessa incidenza a livello di tipo di patologia. Pasotto ha poi presentato la classifica delle dieci città più inquinate d’Italia, con la Pianura Padana maglia nera d’Europa: nel 2017 al decimo posto c’è Monza (88 volte ha superato la soglia), seguono a salire Lodi e Venezia (91), Cremona e Asti (92), Torino (99), Milano (101), Vicenza (110), Pavia (114) e Frosinone, unico comune fuori zona. Per quanto concerne il Pm25 la soglia è stata superata in provincia 27 volte, contro la media nazionale che è di 10.
Il sindaco Filippo Bongiovanni ha spiegato che i dati forniti da Arpa sono reperibili e pubblici e si possono monitorare. “Mi sono documentato anche io tramite i siti di riferimento e posso dire che a Casalmaggiore il limite è accettabile per quanto concerne le Pm10, con valore 43 contro il limite di 50 microgrammi per metrocubo, mentre sulle Pm25 siamo fuori media, perché con 43 abbiamo superato nei giorni di maggiore intensificazione del particolato il limite imposto di 25”. Il sindaco ha fornito altri dati: sul biossido di azoto la soglia di informazione è di 200 e quella di allarme 400 e Casalmaggiore è a quota 27 con stazione di rilevamento a Viadana; sull’ozono la soglia di informazione è 180 e quella d’allarme è 240 e Casalmaggiore ha raccolto il valore di 106. Bongiovanni ha ricordato che operano la stazione fissa a Viadana ma anche quelle mobili tra Rivarolo del Re, Viadana, Motta San Fermo e Sabbioneta.
Le cause principali dell’aumento di Pm10 e Pm25 sono certamente traffico veicolare, inquinamento industriale e pure il riscaldamento delle abitazioni a volte non controllato. “Il dottor Paolo Ricci di Ats Valpadana – ha ricordato il primo cittadino – portò avanti anni fa un focus sulle incidenze tumorali nelle quattro zone provinciali: è particolare scoprire come le patologie in aumento nel Casalasco siano differenti rispetto a quelle di Cremona. Ho già contattato proprio il dottor Ricci, che ha bisogno di determinate motivazioni ma è poi pronto a portare avanti l’indagine epidemiologica su territorio comunale. Già venerdì lo contatterò dando via all’iter”.
Da più parti è stato sottolineato come la fase 2 è la più importante, perché stabilisce le cause che davvero scatenano queste patologie. Nel Casalasco, in particolare, fuori media risultano i tumori alla vescica e alla prostata. Il consigliere di maggioranza Pierfrancesco Ruberti ha ricordato come “quest’anno vi è stata anche tanta siccità, il che ha favorito l’inquinamento. Di sicuro il monitoraggio è già buono, ma si può sempre fare meglio e questo deve essere lo stimolo. Occorre però che tutti i cittadini attivino il buon senso, occorre fare appello alla responsabilità di ciascuno: ogni auto, banalmente, inquina”.
Orlando Ferroni, consigliere di Casalmaggiore per la Libertà, ha aggiunto che “l’Ats di Cremona è tra le migliori per raccolta dati e messa in rete. Lo studio delle cause è il più importante, perché correlare non sempre è facile, specie per quanto concerne non le malattie acute bensì i cosiddetti tumori cronici”. Infine, prima del voto, ha parlato Alessandro Rosa del Listone. “Ho la fortuna di lavorare con Arpa Lombardia a Mantova e so quanto bene opera, con serietà. Va anche distinto il piano del pericolo percepito e del pericolo reale. Su un incidente aereo, ad esempio, il livello di pericolo percepito è altissimo, quello reale è minimo, così come per un attacco terroristico. Per quanto concerne, invece, l’inquinamento atmosferico, questo risulta essere la minaccia maggiore alla salute in Lombardia, anche se non ce ne rendiamo conto. Il rischio di patologia aumenta del 15% ogni 10 microgrammi per metro cubo in più sopra la soglia, per rendere l’idea. Ricordo che questi rischi minacciano soprattutto bambini e anziani, e su questo dato invito a riflettere”. Dopo l’ultimo intervento del consigliere Massimo Mori, il voto unanime ha approvato la mozione, dando il via all’iter per una nuova analisi epidemiologica e per nuovi incontri formativi sul tema con Asst Cremona.
Giovanni Gardani