Consiglio sul ponte: Bongiovanni indica le scadenze, Ferroni porta i progetti (ma nessuno li chiede)
Dal sindaco e da Rosa l'invito all'unità del territorio, accolto da tutte le parti in causa. Interessante la sottolineatura di Pasotto (CNC): "Dobbiamo lavorare sui tempi: non è ammissibile che ci voglia un anno per mettere cerotti al ponte vecchio malato e cinque per farne uno nuovo".

CASALMAGGIORE – Una discussione di circa tre quarti d’ora, pacata nei toni e molto attesa dalla cittadinanza, che pure aveva avuto modo di essere aggiornata sul tema soltanto la sera prima, martedì in Auditorium Santa Croce: la questione del ponte sul Po malato ha tenuto banco con la comunicazione in consiglio comunale da parte del sindaco Filippo Bongiovanni, cui ha fatto seguito un dibattito passato solo dalle parole dei capigruppo consiliari, come ha deciso, dopo alcune valutazioni lampo, il presidente del consiglio Marco Micolo.
Il sindaco ha usato una metafora forte ma efficace, riassumendo il comunicato delle due Province emanato martedì mattina. “Il ponte ha un tumore maligno e non solo tonsille”. Successivamente Bongiovanni ha spiegato che qualcosa si sta muovendo: mercoledì alle 12 vi è stato un primo incontro delle Province che hanno fornito le risultanze degli esiti tecnici alle Regioni competenti, mentre nei prossimi giorni si inizierà a studiare un piano di reperimento di risorse mancanti. E’ chiaro che Province e Regioni possono arrivare a coprire l’intervento tampone, mentre per la costruzione di un ponte nuovo dovranno intervenire Anas e Ministero. “Io ho già contattato i parlamentari della Lega a Roma, invito ciascun consigliere a fare lo stesso con i propri di riferimento: è il momento di stare uniti perché la situazione è tragica”.
Due i giorni chiave della prossima settimana: lunedì Tper e Trenord si incontreranno per mettere a punto la soluzione navetta, dopo un nuovo vertice tenutosi proprio mercoledì; martedì vi sarà un nuovo aggiornamento invece tra Regioni e Province per approntare un primo piano di reperimento dei 5 milioni di euro necessari per sistemare il ponte vecchio, prolungando la sua vita al massimo di dieci anni. A proposito di trasporti su rotaia, Bongiovanni ha invitato i pendolari a presentare nuovi questionari: dopo 23 giorni siamo a quota 62 pendolari, in questo caso, nuovi, ma soprattutto dall’Emilia i numeri latitano. “Per questo chiederò anche ai sindaci dell’altra sponda di spronare i loro cittadini: è importante fare sentire, coi numeri, che la questione è sentita”. Intanto alcune aziende a Colorno stanno organizzando navette per i dipendenti.
IL PROGETTO DI FERRONI – Punto cardine della discussione, anche perché molto atteso dopo l’annuncio di martedì, la presentazione del progetto del ponte provvisorio della Janson Bridging, azienda olandese con sede italiana a Brescia, contattata dal consigliere di Casalmaggiore per la Libertà Orlando Ferroni. “Inizialmente avevo pensato al Genio Pontieri – ha detto Ferroni – poi so è scoperto che probabilmente i moduli che il Genio Pontieri ha a disposizione non sono sufficienti per un ponte di così grandi dimensioni come il nostro. Ponte provvisorio significa che non durerà in eterno e che dovrà essere montato in poco tempo, permettendo però una completa viabilità: in un certo senso la sua costruzione è simile a un Lego, con tanti moduli agganciati l’uno all’altro”.

Ferroni ha poi svelato qualcosa in più. “Inizialmente si pensava che il ponte dovesse partire dalla zona del porto di Casalmaggiore. Poi un imprenditore locale ha spiegato che l’opportunità migliore era creare un ponte parallelo all’esistente in grado di bypassare un bel tratto di ponte, 800 metri circa su 1200, non utilizzabile”. I tempi? Sei mesi, ma anche meno, vista la necessità, sveltendo le pratiche burocratiche. La durata del ponte? Circa 10 anni, ma anche oltre. Il materiale? Acciaio. I costi? Ferroni ha preferito non comunicarli “per rispetto dell’azienda”, ma si parla di una cifra che va dai 10 ai 15 milioni di euro. Il ponte di classe A2 consentirebbe il passaggio di macchine e camion, ma avrebbe anche una ciclopedonale al fianco “e intanto il vecchio ponte potrebbe essere sistemato o uno nuovo potrebbe essere costruito. La creazione del ponte provvisorio non va a rompere le scatole ad altri lavori”.

Il ponte, costruito con moduli di 40 metri l’uno, sarebbe lungo 1.000 metri, più l’innesto nella parte finale, così ripartiti: per i primi 800 metri un ponte con piloni (dunque non galleggiante o di barche), per i restanti 2-300 metri verrà invece chiesta ad Aipo la possibilità di realizzare un terrapieno in terreno golenale, tra arginello e argine maestro. Una replica, almeno per un buon 80%, del ponte attuale. “Questo terrapieno potrebbe ridurre i costi anche di 2-3 milioni di euro” ha detto Ferroni. “Chi si lamenta dei costi – ha aggiunto il consigliere – si renda conto che oggi all’anno i nostri lavoratori spendono 50 milioni di carburante in più per arrivare a Parma e che l’alternativa può essere bloccare la viabilità per 4-5 anni completamente. Peraltro esistono sistemi di calcolo per valutare il danno reale, in milioni di euro, anche alle aziende e ai cittadini”.
GLI ALTRI CAPIGRUPPO – Ferroni si è detto disponibile a mostrare i progetti – tre tavole in tutto – ma lo ha fatto solo in separata sede alla stampa, “perché nessun consigliere e nessuno della giunta me li ha chiesti: spero ci sia più interesse, perché il progetto è serio e lo dimostra l’importanza della ditta che lo ha redatto”. La discussione è proseguita passando dalle parole dei capigruppo: Pierfrancesco Ruberti per la maggioranza ha sottolineato la frase della relazione delle due Province per la quale “la vita del ponte deve ritenersi conclusa”: “E dato che il ponte di Viadana è soltanto di 5-6 anni più giovane del nostro, è meglio non aspettare che chiuda anche quello, altrimenti è un disastro”.
Alessandro Rosa del Listone si è detto d’accordo col sindaco, si è complimentato con Ferroni per la caparbietà e poi ha rilanciato la questione ferroviaria, da sempre cara al suo gruppo. “Basta poco per capire il disagio: non servono questionari, basta andare in stazione e i numeri sono ben superiori ai 62 questionari”. Rosa ha invitato a stare uniti. “In Auditorium martedì ho visto un bel clima e ho ritrovato fiducia: fare squadra tra di noi dovrebbe essere facile, ora facciamo squadra anche con tutte le amministrazioni del territorio, anche dell’altra sponda”.
Più corposo l’intervento di Pierluigi Pasotto di Casalmaggiore la Nostra Casa. “Mi piace la gente che si impegna, non so se la proposta di Ferroni sia percorribile dal punto di vista procedurale e le cifre non sono certe, ma riconosco il suo grande impegno. Noi siamo un piccolo consiglio comunale di un territorio che ha pagato la poca considerazione negli anni”. La reazione, dunque, non deve essere da singole cellule ma da territorio unito, ha detto Pasotto, che ha poi proposto due riflessioni, rimarcando la volontà di collaborazione massima al di là del colore politico. “Trenord deve comunque rispettare il contratto di servizio, che va al di là del questionario e che viene quotidianamente disatteso: il servizio deve essere decoroso al di là del numero dei pendolari, perché questo prevede il contratto. Inoltre dobbiamo lavorare sulle tempistiche: credo che un anno per mettere un cerotto a un malato terminale sia davvero troppo. In poco tempo hanno salvato banche nazionali e fatto opere inutili come Brebemi e Pedemontana. Non è possibile che ci voglia un anno. E anche cinque anni per il ponte nuovo mi sembrano tantissimi. Dobbiamo lottare soprattutto sui tempi, perché si accorcino il più possibile”.
Giovanni Gardani