Cacciatore dalla vista acuta abbatte un falco lodolaio, in cura al Cras di Calvatone
Non lo aveva neppure soccorso il baldo cacciatore, lo ha lasciato lì, agonizzante sino a che è stato trovato in fin di vita e soccorso da un gruppo di persone che lo ha portato da Massimo Crema, veterinario volontario presso il Cras di Calvatone
CALVATONE – Gli avevano sparato in una battuta di caccia nella campagna modenese, riducendolo davvero male. Gli aveva sparato un cacciatore, uno di quelli che – dal grilletto veloce – prima lo preme e poi si accerta che cosa ha colpito.
Un bellissimo esemplare di falco lodolaio – una delle speci protette in Italia – diffuso soprattutto al sud ma non rarissimo dalle nostre parti, è stato portato, per la riabilitazione, al CRAS di Calvatone. Non lo aveva neppure soccorso il baldo cacciatore, lo ha lasciato lì, agonizzante sino a che è stato trovato in fin di vita e soccorso da un gruppo di persone che lo ha portato da Massimo Crema, veterinario specialista in animali esotici e fauna selvatica e veterinario volontario presso il Cras di Calvatone. E’ stato lui a curarlo e ad estrargli il pallino che gli si era conficcato nel gomito. Lo ha operato e poi lo ha portato al CRAS per la riabilitazione.
Al CRAS sono proseguite le cure ed ora il falco sta discretamente bene, ma ormai è tardi per liberarlo. Il lodolaio infatti sverna in Africa a sud dell’equatore; in Italia è presente da aprile-maggio a settembre-ottobre, e poi emigra. Verrà tenuto, nutrito e curato a Calvatone e liberato quando il grande freddo sarà cessato, reinserito nel suo ambiente e nel suo ciclo.
Un’altra bella pagina scritta dal CRAS, dove passano i selvatici feriti di tutta la provincia. Tornerà a volare il lodolaio. Nella speranza che non incontri qualche altro fuciliere di campagna che lo scambi per un fagiano. O che scambi il muoversi di un cespuglio al vento per una congrega di lepri, con tutto quel che ne consegue.
Nazzareno Condina