Cronaca

Amici del Grande fiume, sindaci e popolo insieme a manifestare per i ponti

“E’ ora di farsi sentire e di mostrare il carattere forte, a sanguigno, delle nostre popolazioni, dell’una e dell’altra sponda. Il fiume non divide ma unisce e quindi mettiamoci insieme, tutti, per risolvere finalmente questi problemi dei nostri amati territori”.

ZIBELLO/SAN DANIELE PO – “La situazione dei ponti sul Po è lo specchio di un’Italia che per tanti motivi va a rotoli”. A scriverlo, in una nota, è il Comitato Amici del Grande fiume di Polesine Zibello, attivo da alcuni anni soprattutto nella promozione e nella valorizzazione del fiume Po e delle sue eccellenze turistiche, culturali, ambientali ed enogastronomiche. La presa di posizione riguarda il ponte “Giuseppe Verdi” (quello che collega Ragazzola di Roccabianca e Polesine Zibello a San Daniele Po) e il ponte che tra Casalmaggiore e Colorno.

“E’ inaudito e paradossale – prosegue il comitato guidato da Paolo Panni – che nel terzo millennio, nell’era della grande tecnologia, dei trasporti veloci e del libero commercio si debba fare i conti, per altro in un’area cruciale dell’economia nazionale, con un ponte chiuso e un altro a ‘mezzo servizio’ per i problemi strutturali che li riguardano. Senza volere entrare nel merito di eventuali colpe e mancanze del passato, si ritiene necessario e urgentissimo guardare avanti e adottare tutte le soluzioni possibili per risolvere una situazione che sta creando pesanti disagi a migliaia fra aziende, lavoratori, professionisti e pendolari. Fermo restando che tanti bei propositi, anche del recente passato, riguardanti il turismo fluviale e la promozione dei trasporti via acqua sono rimasti nel libro dei sogni, e a far polvere insieme a tanti altri progetti accatastati negli archivi dei vari Enti pubblici e tenuto conto che ad oggi, almeno per quanto riguarda il Parmense e il Cremonese, il turismo fluviale è stato un fallimento colossale, riteniamo fondamentale giungere ad una soluzione, che sia il più rapida possibile, per i collegamenti tra Emilia e Lombardia, assolutamente essenziali per un territorio che è di assoluta rilevanza per l’economia nazionale”.

In questo senso il Comitato Amici del Grande fiume propone, nell’immediato, due soluzioni. La prima è un invito a tutti i sindaci delle province di Parma, Cremona e Mantova, affinchè sottoscrivano un documento comune, chiedendo allo Stato e alle Regioni Emilia Romagna e Lombardia lo stanziamento di fondi straordinari; per completare innanzitutto la sistemazione e la messa in sicurezza, già avviata, del ponte “Giuseppe Verdi” e, quindi, per procedere con la realizzazione del nuovo viadotto tra Colorno e Casalmaggiore. “Il problema dei ponti – sostiene il comitato – non è dei soli comuni rivieraschi interessati. E’ invece una questione che riguarda tutti i territori anche del cosiddetto entroterra dove sorgono aziende e dove vivono migliaia di lavoratori, per i quali i collegamenti tra le due sponde sono fondamentali. E’ un problema di Parma e di Cremona, di Fidenza e di Mantova, di Viadana, del Cepim di Fontevivo così come di tante aziende della Bassa Lombarda e della Pedemontana Parmense. Chiediamo quindi che i sindaci, tutti, firmino insieme questo documento, sollecitando il Governo nazionale a stanziare risorse straordinarie e urgenti, ma anche la Regione Emilia Romagna a fare la sua parte visto che il milione di euro promesso mesi e mesi, anche a mezzo stampa, fa dal governatore Bonaccini per il ponte “Verdi”, ad oggi non è mai arrivato. Vogliamo sperare – si aggiunge – che quelle di Bonaccini non fossero parole al vento e che rispetti quanto annunciato”.

Ma il Comitato Amici del Grande Fiume non si ferma qui e chiede alla “gente del Po” una mobilitazione popolare. “E’ ora – scrive – di farsi sentire e di mostrare il carattere forte, a sanguigno, delle nostre popolazioni, dell’una e dell’altra sponda. Chiediamo di unici tutti, perché solo insieme si fa la forza, per organizzare, in tempi rapidi, una manifestazione a Bologna di fronte ai palazzi della Regione. Iniziativa che potrebbe poi allargarsi ad una ulteriore manifestazione da svolgere, invece, a Roma”. “Il fiume non divide ma unisce – conclude il Comitato – e quindi mettiamoci insieme, tutti, per risolvere finalmente questi problemi dei nostri amati territori”.

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