Spariscono i fiori nei cimiteri del casalasco. Una mamma chiede aiuto al sindaco
“Le tombe - scrive - si devono lasciare stare, è già doloroso andarci”. Alla sua denuncia sul web è seguita tutta una serie di altre denunce. Tante storie, appena accennate, tutte dolorose e tutte piene di rabbia e di rassegnazione.

CASALMAGGIORE – C’è chi ormai ci ha rinunciato o chi ha sostituito i fiori veri con quelli in plastica. Perché un furto sulla tomba dei propri cari è qualcosa che fa tremendamente male. Già c’è il dolore da portarsi addosso, per tutti i giorni che restano da vivere. A questo ci si aggiunge la rabbia per un gesto vile, da poche decine di euro. I casi sono più di uno, ma la cosa va avanti da anni. A Casalmaggiore come nelle frazioni nulla cambia. A denunciare il fatto, qualche giorno fa, la mamma di Thomas Ruberti. Porta i fiori al figlio, morto dopo una malattia a soli 17 anni al cimitero di Roncadello, ma non ce l’ha più fatta a tacere dei vili gesti. Al dolore si aggiunge altro dolore e rabbia. Ha chiesto aiuto al sindaco Filippo Bongiovanni. “Le tombe – scrive – si devono lasciare stare, è già doloroso andarci”. Alla sua denuncia sul web è seguita tutta una serie di altre denunce. Tante storie, appena accennate, tutte dolorose e tutte piene di rabbia e di rassegnazione. Come quella di Cristina Barbieri, morta tanti anni fa in giovane età per una malattia implacabile, la cui tomba nel cimitero di Casalmaggiore è stata fatta oggetto degli stessi furti. A denunciarli la sorella Monica. Casalmaggiore, Quattrocase, Vicomoscano, Roncadello. Sono solo le vicende emerse. L’anno scorso avevamo raccolto la denuncia di un’anziana donna che – a Casalmaggiore – tutti i giorni va sulla tomba del marito morto dieci anni fa. Una pensionata casalese, che porta qualche fiore e intanto resta aggrappata ai ricordi. Nulla può alleviare il dolore, ma la rabbia di certo lo aggrava. “Sono arrivata al punto – scrive un’altra donna sul web – che metto un mazzolino di fiori finti legati con la corda cosi se non sono muniti di forbici rinunciano la prima volta ho pianto la seconda mi sono incazzata ma nulla è cambiato”. C’è chi come Carlo Sante Gardani, ex consigliere ed ancora ‘guida’ riconosciuta del Listone, suggerisce l’uso di telecamere. Sarebbe la soluzione ideale. Paradossale che si debba garantire la legge in un cimitero, ma questo è diventato il territorio. Un luogo in cui la sicurezza e la tranquillità non la si riesce a garantire ai vivi e, a quanto sembra, neppure ai morti.
Nazzareno Condina