Ponte: i Comitati Ambientalisti scrivono al Comune per far luce sull'operato di Ferroni
"In attesa che i “progressisti”, o presunti tali, si esprimano per dire qual è la propria visione di mobilità per l’emergenza e per il futuro, chiediamo: esiste un atto formale del Comune di Casalmaggiore che, con relativa copertura di spesa, autorizza il consigliere Ferroni a chiedere consulenze e progetti/studi di fattibilità in ordine a ipotetici ponti provvisori? E il costo di questa soluzione, stimato in circa 10/15 milioni di euro chi lo sosterrebbe?"
PIADENA/CASALMAGGIORE _ “Premesso che, come noto, noi siamo perché il ponte sul Po di Casalmaggiore venga ripristinato il prima possibile dov’è ora, anche qualora fosse da rifare, proviamo a ricapitolare la situazione.” Inizia così il volantino distribuito da Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni Ambientaliste del Piadenese -Casalasco-Viadanese, Coordinamento Comitati Ambientalisti Lombardia, Fiab Coordinamento Lombardia, Fiab Oglio Po e WWF Cremona, dal titolo “Il Ponte dei desideri” per riassumere, a scanso di equivoci, quella che è la loro posizione sulla questione ponte e le relative alternative praticabili. Ma che, soprattutto, contiene una richiesta precisa al Comune di Casalmaggiore sull’operato e le soluzioni in merito sostenute dal consigliere Ferroni. Richiesta che sottoforma di lettera è stata già protocollata al Comune:
“Come da noi ampiamente previsto – scrivono i comitati e le associazioni ambientaliste – ai soliti noti non è parso vero di avere tra le mani una simile emergenza e subito si sono precipitati dal ministro Delrio per chiedere la riesumazione del Ti-Bre autostradale, che oltre a distruggere inutilmente l’economiadi un territorio, riperpetuerebbe la logica e le cause che hanno prodotto i danni da incuria dei ponti sul Po. Per fortuna, e per ora, la risposta del titolare del dicastero delle infrastrutture e dei trasporti è stata “non mi sbilancio”. Registriamo inoltre con favore la fine del dibattito sulle ipotesi più fantasiose per suggerire il modo di oltrepassare il grande fiume: traghetto, barca a remi, teleferica, ecc. Avremmo potuto suggerire di rimettere in acqua la “Magana” (antica imbarcazione usata sul Po per il trasporto merci), ma abbiamo preferito restare con i piedi per terra e proporre l’unica alternativa percorribile, basata sull’utilizzo del solo ponte esistente, quello ferroviario. Una proposta, la nostra, riassunta nel documento “Un ponte verso una mobilità sostenibile”, che riteniamo concreta, realistica, e da subito praticabile. Che fa riferimento ad un modello di mobilità moderno e sostenibile, ampiamente praticato nei paesi del nord Europa, ma che da noi per un ritardo culturale e per un colpevole disinteresse della politica non viene attuato. Ma, ahinoi, presto accantonata e, ancorché considerata una proposta bella e interessante, subito bollata come utopica, e quindi affossata.
Ecco allora farsi strada, complice gli inspiegabili ritardi nel definire la diagnosi della malattia del ponte e l’incertezza circa i tempi della sua cura, una proposta all’apparenza rapida e miracolosa:
quella della realizzazione di un ponte provvisorio. A nostro parere si tratta invece di una costosa non soluzione del problema che tra i tanti difetti ha quello di drenare risorse, già molto scarse, a quelle necessarie per sistemare o rifare l’attuale ponte ricorrendo a procedure d’urgenza in grado di velocizzarne i lavori.
In attesa che i “progressisti”, o presunti tali, si esprimano per dire qual è la propria visione di mobilità per l’emergenza e per il futuro, chiediamo: esiste un atto formale del Comune di Casalmaggiore che, con relativa copertura di spesa, autorizza il consigliere Ferroni a chiedere consulenze e progetti/studi di fattibilità in ordine a ipotetici ponti provvisori? E il costo di questa soluzione, stimato in circa 10/15 milioni di euro chi lo sosterrebbe? L’emergenza ponte è la nostra grande occasione per chiedere una linea ferroviaria moderna ed efficiente che, opportunamente integrata con la rete ciclabile e il trasporto pubblico sarebbe in grado, oltre che di rispondere alle esigenze immediate, di coniugare la mobilità con la salute dei cittadini e la sostenibilità ambientale ed economica del territorio”.
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