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Araldi, l'ex sindaco tra ponte e autostrada. E sulla Tibre: "Sensazioni negative"

Si è fatto un’idea delle possibili soluzioni? "L’unica idea che mi sono fatto è che su qualunque problema si discuta c’è gente che ha la soluzione pronta su tutto, e così si sentono tante fantasie. Secondo me sarebbe opportuno lasciar parlare chi ne sa di più".

CASALMAGGIORE – In settimana l’acqua è scorsa tranquilla sotto il ponte malato, in attesa che i tecnici incaricati dalla Provincia di Parma facciano conoscere l’esito dei rilievi effettuati. In base a questi si potrà iniziare a pianificare l’intervento. Ponte nuovo di zecca? Struttura in travi rifatta sui pilastri che sembrano in buono stato? Un nuovo restauro? Da molte parti intanto si levano imprecazioni su quella TiBre che non è stata fatta, e che almeno oggi avrebbe potuto rappresentare una alternativa per raggiungere la sponda parmense, in attesa di ripercorrere il ponte stradale.

Ne parliamo con Massimo Araldi, che è stato sindaco di Casalmaggiore, consigliere provinciale e membro del consiglio di amministrazione di Autocisa, la società che da decenni è chiamata a realizzare la bretella autostradale Tirreno-Brennero. Usiamo il passato anche per la carica dirigenziali, in quanto, come afferma Araldi: «Da quest’anno non sono più membro del cda di Autocisa». Lei ha sempre manifestato, nel corso degli anni, ottimismo sul completamento futuro della bretella. Questo nonostante i tempi della burocrazia italiana: i lavori del primo lotto, a 5 anni dall’aggiudicazione, sono iniziati solo quest’anno. Si mantiene fiducioso? «No. Oggi sono molto meno ottimista». Motivi? «Sono sensazioni».

Chi conosce Araldi sa che nelle interviste non si dilunga molto, ma il suo è un essenziale che pesa. E come giustifica questo cambio di rotta? Hanno inciso anche gli amministratori del territorio che si sono messi di traverso? «E’ la società che sta forse immaginando altre cose». Ma le dimissioni hanno qualcosa a che vedere con questa sensazione? «Sono legate al fatto che la società Autocisa viene assorbita dalla società Salt (Società Autostrade Ligure Toscana)». Veniamo più strettamente alla questione del ponte chiuso. Lei è stato sindaco di Casalmaggiore per tanti anni. Ritiene anche lei che la manutenzione sia stata insufficiente? «Sicuramente non c’è stata attenzione. Credo che quando furono sistemati i pilastri avrebbero potuto verificare la situazione. Poi vedo che all’ingresso sul ponte da Parma un cartello mostra il divieto di superamento del carico di 400 quintali, ma nessuno controlla…».

Si è fatto un’idea delle possibili soluzioni? «L’unica idea che mi sono fatto è che su qualunque problema si discuta c’è gente che ha la soluzione pronta su tutto, e così si sentono tante fantasie. Secondo me sarebbe opportuno lasciar parlare chi ne sa di più. Ho sentito parlare di una barca usata per traghettare dal Lido Po a Sacca… la fantasia è eccessiva rispetto alla portata del problema. Attendiamo i tecnici, e qualche interessante idea salterà fuori. Certamente la soluzione non sarà semplice». Chiusura in stile Araldi: «Ma sono lontano ormai dalle cose per poter dare giudizi».

V.R.

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