Mostra Genovesino a Cremona: un'opera arriva anche da San Martino dall'Argine
Recenti studi fanno supporre però, che sia l’ancona che il dipinto, fossero eseguiti in origine per il piccolo oratorio della Beata Vergine della Natività, detto anche santuario della Madonnina, eretto nel ‘600 nel territorio di San Martino dall’Argine.
SAN MARTINO DALL’ARGINE – Ci sarà anche un’opera di San Martino dall’Argine alla grande mostra monografica su Luigi Miradori, detto il Genovesino, che inaugurerà a Cremona il 6 ottobre.
Il dipinto, un olio su tela da 280 x 190 cm, è da diverso tempo nella Chiesa dei Santi Fabiano e Sebastiano, detta dei Frati, sulla parete sinistra dell’unica navata, proprio sopra l’altare.
Ma la sua posizione originaria fu nella Chiesa Castello, come pala d’altare. L’ancona che ancora oggi è presente in Chiesa Castello infatti, fu fatta costruire proprio per ospitare la tela del Genovesino. Recenti studi fanno supporre però, che sia l’ancona che il dipinto, fossero eseguiti in origine per il piccolo oratorio della Beata Vergine della Natività, detto anche santuario della Madonnina, eretto nel ‘600 nel territorio di San Martino dall’Argine, vicino al canale Cavata, e poi demolito nel 1786. E da lì, poi trasferito in Chiesa Castello.
Già due anni fa, la tela, fu spostata insieme alle altre sei opere presenti nella Chiesa dei Santi Fabiano e Sebastiano, detta dei Frati. L’esposizione, organizzata insieme all’Associazione Imprimavr e curata da Donato Novellini, era basata sul ricollocamento temporaneo delle opere pittoriche in origine presenti all’interno della Chiesa. La mostra, chiamata “La Restaurazione dello Spazio” vide il posizionamento delle sette tele originali nelle nicchie corrispondenti, riportando così, per la durata dell’esposizione, il luogo al suo splendore originario.
La tela non è in un ottimale stato di conservazione. Evidenzia delle cadute di colore specialmente nella parte inferiore, nonostante sia stato sottoposto ad un intervento di restauro conservativo nel 1984. L’Annunciazione è ambientata entro una quinta architettonica di gusto classico. Sul fondo, un arco si apre su uno scorcio cittadino dai toni ambrati. In primo piano l’Arcangelo Gabriele annunciante approda da sinistra su una nuvola, con un elegante abito perlaceo stretto in vita da una cintura dorata e mosso dall’atterraggio appena compiuto.
L’angelo che porta sul capo una coroncina di rose, ha le ali dispiegate, una delle quali richiama i colori dell’abito, l’indice della mano destra puntato verso l’alto mentre nella mano sinistra tiene un lungo giglio bianco. Sulla destra è presente invece la Madonna che prega all’inginocchiatoio riccamente intarsiato, portando le mani al petto. La Vergine indossa una veste di colore rosa ed è avvolta da un ampio manto blu. Al centro del dipinto appare la colomba simbolo dello Spirito Santo, mentre nella parte superiore è raffigurato un gruppo di angioletti scomposti che contemplano la scena. Entusiasta il Sindaco Alessio Renoldi: “San Martino esporta capolavori”.
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