Ponte in barche, Pirovano "In tempo di guerra lo si faceva e smontava in poco tempo"
Certo, si dovrebbe utilizzare solo con i mezzi leggeri, come le auto e verrebbe smontato in caso di piena. Il più è mettere i pezzi in acqua, poi lo si fa e lo si smonta in pochi giorni”. Per il genio un ponte non è un problema, non lo è mai stato.
CASALMAGGIORE – “Un ponte mobile in barche? Fattibile, non è un’idea assurda”. A dirlo Arcangelo Gengis Pirovano, ex presidente della Federazione Italiana Canoa Turistica e profondo conoscitore del fiume.
“Sulla nostra sponda basterebbe ripristinare l’accesso del vecchio ponte in barche dove c’è la Canottieri, dall’altra parte ci vuole un po’ di più ma non è un’opera impossibile. In fondo la strada c’era già, era quella che partiva nei pressi della Casa dei fratelli Bandon ed arrivava sino alla strada”.
Per un tratto è ancora asfaltata, basterebbe congiungere l’ultimo pezzo. “Certo, sarebbe a senso unico alternato, si dovrebbe utilizzare solo con i mezzi leggeri, come le auto e verrebbe smontato in caso di piena. Il più è mettere i pezzi in acqua, poi lo si fa e lo si smonta in poco tempo”.
Per il genio un ponte non è un problema, non lo è mai stato. Non lo era per i militari in tempo di guerra ed oggi l’ingegneria, la tecnologia, l’idraulica e la meccanica non sono più quelle di allora. “Sono stato poco tempo fa al museo della guerra di Felonica. Dopo il bombardamento, quando furono 44 i ponti ad essere abbattuti dalle bombe, di notte mettevano in sesto il ponte mobile, ci facevano passare i mezzi, e poi prima dell’alba mimetizzavano i pezzi per evitare che fossero nuovamente bombardati. Nulla è impossibile. E a Felonica il fiume è largo una volta e mezzo la larghezza del nostro”.
Nazzareno Condina