Ponte sul Po, la polemica corre sul web. E Persico (San Daniele) reclama per i fondi "sottratti"
C’è chi anche sottolinea anche come il ponte di Casalmaggiore sia più strategico di quello di San Daniele Po, oltre che più anziano, è del 1958 mentre quello di San Daniele del 1980. Il rischio, comunque, della più classica “guerra tra poveri” è dietro l’angolo e così al disagio rischia di aggiungersi anche una polemica politica.
CASALMAGGIORE/SAN DANIELE PO – La polemica corre sul web e parte, di fatto, da una frase e dalle conseguenze pratiche che porta con sé: “San Daniele è un problema, ma ora Casalmaggiore è un’emergenza”. A pronunciarla l’assessore regionale Gianni Fava, delegato per Regione alla firma del Patto per la Lombardia con l’allora Governo Renzi, sabato mattina in comune a Casalmaggiore. I 3.5 milioni di euro che possono ora essere stanziati per il manufatto sul Po casalese sono infatti ricavati da una quota inizialmente prevista proprio per San Daniele Po.
Apriti cielo: il sindaco del comune cremonese Davide Persico su Facebook ha subito criticato la decisione, dando adito a una serie di repliche e pareri. Si va dall’accusa a Fava di fare propaganda in vista del referendum sull’autonomia lombarda del prossimo 22 ottobre (che costerebbe 60 milioni di euro, “soldi risparmiabili”), alla ripresa, da parte del consigliere comunale di minoranza di Casalmaggiore Pierluigi Pasotto di un vecchio detto, quello delle “vacche di Fanfani” spostate di qua e di là a seconda dell’occorrenza. Fava, da parte sua, aveva precisato sabato che il reale problema per San Daniele starebbe nel comportamento di Regione Emilia Romagna, che dal 2013 ad oggi non avrebbe stanziato un solo euro del 1.8 milioni previsti nella suddivisione della spesa. In questo senso a pagare, sin qui, è stata solo la Lombardia.
C’è chi sottolinea anche come il ponte di Casalmaggiore sia più strategico di quello di San Daniele Po, oltre che più anziano: è del 1958 mentre quello di San Daniele del 1980. Il rischio, comunque, della più classica “guerra tra poveri” è dietro l’angolo e così al disagio rischia di aggiungersi anche una polemica politica, della quale francamente non si sente tutto questo bisogno.
Intanto sempre Facebook è un veicolo interessante e valido per raccogliere il malcontento popolare. Dal quale però emerge una proposta sui generis: assegnare una medaglia, o comunque un riconoscimento, al contadino di Colorno rimasto anonimo che a fine agosto ha segnalato l’anomalia. Come? Notando una fascia di carbonio, inserita nei lavori di consolidamento del 2010, che ha permesso di comprendere che qualcosa non andava. Una sorta di segnale d’allarme colto poi dai tecnici, che ha permesso di osservare crepe e lesioni, alcune interne e non visibili a occhio nudo, delle travi malate. Senza quella fascia, la precompressione è venuta meno e, secondo i tecnici della Provincia di Parma, il rischio di un disastro al passaggio di mezzi pesanti era davvero molto più concreto di quanto non si pensi…
Giovanni Gardani