Cultura

Piadena, la mostra diffusa della Fiera Settembrina mostra legame tra arte e terra

Quattro forme d’arte: pittura, scultura monumentale, fotografia e sculture in terracotta in formato più piccolo. Il tutto sotteso da un preciso punto in comune. “Il legame è quello degli artisti prescelti con i propri luoghi: ogni lavoro è legato cioè al luogo in cui nasce” ha spiegato la curatice Eles Iotti.

Nella foto una degli artisti del Gac Passini, Eles Iotti, Danzio Soragni e Marica Dall'Asta

PIADENA – Una mostra con interesse locale, capace però di guardare anche oltre i ristretti confini di un paese. Un momento culturale per comprendere, e far comprendere, che la Fiera Settembrina, a Piadena, non è solamente luna park, giostre e dolciumi. Ma anche cultura e arte, declinata nelle sue varie forme. La mostra diffusa “Dal regno della terra: forme e visioni” verrà inaugurata giovedì sera alle ore 21. Noi, spinti dalla curatrice storica dell’arte Eles Iotti di Parma, che ha fatto da guida, dal coordinatore Danzio Soragni di Piadena e dall’assessore alla Cultura Marica Dall’Asta, l’abbiamo scoperta in anteprima.

Il sodalizio del comune con Eles Iotti è partito qualche anno fa e ha dato frutti, come ha precisato Dall’Asta, che ha ringraziato anche Soragni per il grande lavoro svolto. “Siamo partiti senza conoscerci – ha spiegato l’assessore – e siamo arrivati a creare mostre di tutto rispetto. Siamo davvero molto soddisfatti del prodotto di quest’anno, è un crescendo continuo”. Quattro forme d’arte: pittura, scultura monumentale, fotografia e sculture in terracotta in formato più piccolo. Il tutto sotteso da un preciso punto in comune. “Il legame è quello degli artisti prescelti con i propri luoghi: ogni lavoro è legato cioè al luogo in cui nasce” ha spiegato Eles Iotti.

Il Museo archeologico e il Chiostro da poco restaurato e recuperato sono due degli scenari eletti: e il restauro è, secondo Iotti, filosofia di vita. Da qui la scelta, proprio nel Chiostro, di ospitare i marmi liquidi di Luca Prandini, un segno di vita in un luogo di nuova vita, con la valenza monumentale nella scultura del marmo e religiosa per il mistero della creazione che tramanda, anche nel contrasto tra luce e ombra. “L’elemento di vita inteso anche come purificazione – ha detto Iotti – della mente tecnologica dell’uomo moderno. E ancora il senso della circolarità quasi pittorica dei cerchi nell’acqua e il collegamento tra Oriente e Occidente in alcune sculture. Senza scordare il gioco tra il duro della roccia e la mollezza dell’acqua”.

Ma se parliamo di luoghi recuperati, come non citare l’ex Cinema Italia, che il comune di Piadena prova a fare rivivere anche così? Qui lo spazio è per tanti artisti, idealmente in dialogo tra loro. “Parliamo di mostra diffusa perché occupiamo, e facciamo vivere, vari spazi della comunità: all’ex Cinema Italia, che comunque è sempre stato luogo di cultura prima di chiudere – ha detto Iotti – presentiamo 18 artisti del GAC, Gruppo Arte Concreta di Parma, con le loro sculture in terracotta”. La terra come elemento comune anche della cultura Padana, la civiltà della terracotta che si collega alla nostra Pianura e tante tensioni di ricerca, tutte nell’ambito figurativo.

E ancora, cambiando spazio espositivo, ecco la sala consiliare dedicata alla pittura di Laura Pasquali di Piadena, prescelta a rappresentare paese, con la sua illustrazione di natura, tavole botaniche e zoologiche, con uno stile quasi fiammingo. Non mancano poi allegorie e le particolarissime Cartoline da Piadena. “Sono dei notturni molto scenografici e suggestivi – illustra Iotti – intrisi di realismo magico e quasi di pittura metafisica alla De Chirico. Ho trovato questi scorci di Piadena, peraltro disabitati o popolati solo da un gatto che osserva fuori dalla tela, come volesse comunicare con chi osserva uscendo dal quadro, davvero originali”.

Chiude il percorso la fotografia di Luigi Peveri da Piacenza, i cui bianco e nero sono esaltati dal contrasto con la piroghe monossili nel Museo Archeologico. “Questi bianco e nero molto controllati di Peveri riportano e contestualizzano le piroghe nella dimensione dell’acqua e di una terra lontana e vicina. Ho paragonato le foto di Peveri alla scrittura a calligrammi cinese, per la capacità di governare il momento di luce con grande fermezza e capacità di bilanciare il contesto”. Insomma, il ritorno alla terra, e ai nostri luoghi, come forma di nuova vita.

Giovanni Gardani

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