Azione volontaria per riqualificare la stazione: ma sui permessi tutto ancora tace
La risposta per ottenere i permessi e la messa in sicurezza non arriva mai e le date indicate scadono entrambe. Rimandando un’azione volontaria che avrebbe soltanto fatto bene alla stazione. I ragazzi in questione promettono di riprovarci: sperando che stavolta la risposta sia celere.
CASALMAGGIORE – Ci sono situazioni che hanno dell’incredibile. Perché rischiano di minare, dietro una bolgia dantesca di mail, burocrazia, smentite e rimandi, la buona volontà di chi, assolutamente in via gratuita, cerca solo di migliorare il patrimonio urbano. Accade a Casalmaggiore, accade alla stazione ferroviaria: luogo ormai di abbandono, per non dire di degrado, con la sfortuna di trovarsi sulla Parma-Brescia, che poco ha da invidiare, si fa per dire, alla Mantova-Cremona-Milano in termine di ritardi cronici e seri disservizi per i pendolari.
Quanto accaduto nei giorni scorsi è, come detto, ai limiti dell’assurdo: accade infatti, come già avevamo annunciato, che alcuni giovani del Listone si premurino di trovare forza lavoro e ore libere per risistemare la zona verde, con tanto di piccolo specchio d’acqua per i pesci rossi, che sorge a pochi metri dai binari. Un modo per dare un segnale, per ripulire dalle erbacce e per iniziare quella sorta di gara a distanza, proposta dall’ex consigliere comunale Angelo Angiolini come una sorta di provocazione, su chi possa vantare la stazione ferroviaria migliore. Una gara, dunque, di senso civico e molto stimolante.
Accade allora che questi giovani si muovano, spedendo mail a chi di dovere, trovando rimandi, altre mail, altri contatti e, infine, una risposta. Per una operazione del genere, infatti, occorrono autorizzazioni e occorre la possibilità di agire in sicurezza, trovandosi l’aiuola a pochi metri dai binari. La risposta, come detto, alla fine arriva e Rete Ferroviaria Italiana, proprietaria della struttura, chiede agli stessi protagonisti della futura operazione civica quale giorno preferiscano per operare.
Bastano poche ore, mezza giornata e così, calcolate le disponibilità, l’operazione verrà perfezionata di sabato, o il 12 o il 19 agosto, viene risposto. A quel punto, con ampio margine, Rfi dovrebbe attivarsi per spedire un addetto per poter controllare che tutto si svolga in sicurezza. Già, dovrebbe. Perché la risposta non arriva mai e le date indicate scadono entrambe. Rimandando un’azione volontaria che avrebbe soltanto fatto bene alla stazione. I ragazzi in questione promettono di riprovarci: sperando che stavolta la risposta sia celere. O, quanto meno, che prima o poi arrivi.
Giovanni Gardani