PUT, Ferroni: "Alla fine sono rimasto solo a manifestare il dissenso e votare no"
"Ho votato contro perché le scelte da fare erano diverse. Avrebbero dovuto tenere maggiormente conto della città e dell'ambiente e le avrei apprezzate. Sul parco la mia posizione è stata chiara sin dall'inizio, ho ribadito che il verde non si tocca"
CASALMAGGIORE – “Alla fine, a manifestare il dissenso contro questo PUT sino alla fine in aula sono rimasto solo io”. Orlando Ferroni, consigliere di maggioranza indipendente seppur vicino a Forza Italia, ritorna sul tema caldo degli ultimi 15 giorni. Quando dopo sei ore di Consiglio si è proceduto al voto, ha votato contro la sua stessa maggioranza. Ferroni tira le orecchie al presidente di Commissione Francesco Ruberti. “Che pesantezza la lettura dei verbali! Non poteva distribuirne copia a tutti, invece di leggerli? E poi non erano verbali completi. Io ho partecipato a due incontri su cinque e in uno c’era un mio delegato. Di quel che ho detto in commissione c’era poco o nulla. A un certo punto sono uscito perché ero arrabbiato. Perché se leggi dei verbali li leggi completi, ammesso che tutto sia stato verbalizzato, altrimenti di quella lettura ne fai un uso politico”.
Tornando al Piano Urbano del Traffico. “Ho votato contro perché le scelte da fare erano diverse. Avrebbero dovuto tenere maggiormente conto della città e dell’ambiente e le avrei apprezzate. Sul parco la mia posizione è stata chiara sin dall’inizio, ho ribadito che il verde non si tocca. Oggi c’è questa mania di pensare a soluzioni che prevedano la riduzione del verde pubblico, che prevedano l’abbattimento di piante, e io non posso appoggiare questo tipo di soluzioni. Di una strada nel parco si può pure fare a meno. Quando Silla eliminò parte delle piante del parco eravamo lì, a protestare. Ora non capisco perché non dovrei oppormi ad un’operazione di ulteriore riduzione del verde pubblico. Conserviamo quello che abbiamo. Nell’ambito della Commissione, avevo espresso il mio pensiero sulle frazioni e su alcune scelte da fare. Non essendo state lette quando si sono letti i verbali le ho dovute ricordare alla fine. Ora non so se sia stata una dimenticanza del verbalizzante o di chi le ha lette, ma io le mie proposte le avevo fatte e delle mie parole in consiglio si è detto ben poco. Altra questione che avevo accennato in Commissione e che ho dovuto poi ribadire al termine della discussione è stata quella di piazza Turati. Ho ribadito che, prima di pensare ad un qualunque intervento nella piazza si sarebbe dovuto passare con una ruspa e ripartire da zero”.
Interventi costosi quelli previsti da Orlando Ferroni. “E qui torna la mia idea dei varchi elettronici che ripeto da sempre. Ieri leggevo che Parma, in sei mesi di varchi, ha incassato qualcosa come 7 milioni di euro. E a me sale la rabbia. Perché in quei soldi ci sono i miei e quelli di tanti cittadini casalesi che hanno versato oboli alla città di Parma e noi non abbiamo la possibilità di incassare. E’ la teoria della reciprocità. Non hai i soldi per mettere i varchi ed hai difficoltà, come si è già visto, ad accedere a bandi per la sicurezza? Comincia con uno e te lo ripaghi, poi investi ancora, o al limite vedi se è possibile pensare ad un affitto. Nel giro di qualche anno, ne sono convinto, avresti i soldi per sistemare strade, fare tutte le città dei bambini che vuoi e lavorare sul degrado urbano così come andrebbe fatto. Noi invece pensiamo al varco sul ponte, in cui i soldi li facciamo incassare anche ad un ente come la provincia che negli anni si è fatta sentire solo quando si è trattato di prendere e poche volte quando si è trattato di dare. Siamo terra di confine, e come tutte le terre di confine interessiamo poco o nulla al capoluogo”.
Infine una battuta ironica: “I soldi? Dovremmo chiamare il professor Stassano come consulente. Negli anni è sempre riuscito ad intercettare fondi e a fare quel che ha fatto. Qualcosa da lui l’avremmo da imparare di certo”.
Nazzareno Condina