Cronaca

Don Cesare, saluto finale come ammonimento: "Parrocchia divisa in correnti partitiche"

“A proposito della comunità penso sia doveroso - scrive don Cesare - fare riferimento a quanto ho dovuto constatare in questi quasi tre anni. La comunità è percorsa da divisioni e tensioni che hanno la loro matrice nella diversità di posizioni o opzioni politiche e più precisamente partitiche”.

Nella foto don Cesare Nisoli il giorno del suo ingresso in Duomo

CASALMAGGIORE – Libera Chiesa in libero Stato, su questo non ci piove. Ma il saluto di don Cesare Nisoli a Casalmaggiore non ha mancato di fare discutere. Non un saluto al fiele, sia chiaro, ma una riflessione, che osserva la vita della comunità parrocchiale anche dal punto di vista della contaminatio politica, destinata a non passare inosservata.

Don Cesare, succeduto a don Alberto Franzini arrivando da Pandino, è rimasto in carica per soli tre anni e già questo dettaglio è parso anomalo ai più. Troppo breve, quel lasso di tempo, specie in una parrocchia così importante nella geografia della Diocesi cremonese: “Ciò che più mi ha ferito alla conclusione della mia permanenza – ha scritto l’ormai ex parroco di Casalmaggiore su “Ritrovarci”, periodico parrocchiale, nel suo saluto – è l’accusa, del tutto infondata, di avere chiesto io il trasferimento, perché non mi sarei trovato bene qui. E’ un accusa che non mi spiego e cerco di non attribuire a prevenzione e malanimo nei miei confronti”.

Il passaggio più significativo è però verso la fine dello scritto, quando don Nisoli prova a fotografare la situazione della parrocchia di Casalmaggiore, dopo l’unificazione di Santo Stefano e San Leonardo, poli tradizionali in città, risalente a qualche anno fa. Qui il taglio “politico” della visione si fa sentire. “A proposito della comunità penso sia doveroso – scrive don Cesare – fare riferimento a quanto ho dovuto constatare in questi quasi tre anni. La comunità è percorsa da divisioni e tensioni che hanno la loro matrice nella diversità di posizioni o opzioni politiche e più precisamente partitiche”.

Una staffilata, che prosegue: “Succede così che persone che sono maturate insieme non si frequentino più o comunque facciano fatica a collaborare perché aderenti a opzioni politiche diverse. Succede che alcune iniziative vedano la partecipazione di alcuni e altre registrino l’adesione di altri e che le due “fazioni”, si fa per dire, non si uniscano in iniziative comuni. Ho cercato di capire i motivi di tutto ciò e ho individuato diverse ragioni, che qui non è possibile però esaminare e che sarebbe rischioso richiamare”.

Segue l’invito a un’unità della comunità cristiana, che non può dipendere dalla politica. Insomma don Cesare Nisoli riprende quella spaccatura che già a Casalmaggiore si era vissuta in passato e che ora torna in auge, in modo più lampante, con questo scritto. Ricordiamo che il nuovo parroco di Casalmaggiore sarà presto don Claudio Rubagotti, la cui cerimonia di ingresso è prevista per domenica 3 settembre alla presenza anche del Vescovo di Cremona Antonio Napolioni. Raccoglie un’eredità importante, anche dopo queste ultimi riflessioni del suo precedessore.

Giovanni Gardani

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