"Noi, ambiente e salute": "Si torni al ponte originario. No a opere avveniristiche"
"Era sufficiente salvaguardarne l'identità e razionalità originaria, unica nel suo genere, bastava adeguarlo alle norme sulla sicurezza. Quello che ora gli amministratori lamentano era già stato previsto e, in documenti sottoscritti da migliaia di persone, si chiedeva di evitarlo, risparmiando risorse e fatiche".
VIADANA – Non si placa la polemica sulle problematiche relative al ponte di Torre d’Oglio. Mentre il fronte attualmente caldo riguardala protesta dei comuni di Viadana e Marcaria, che giudicano inacettabile lo stop al traffico nei giorni festivi e negli orari notturni proposto dalla Provincia se i due Comuni non contribuiranno alla gestione ordinaria del ponte, ecco che arriva la proposta dei membri dell’Associazione “Noi, ambiente e salute”:
“Senza volere abbassarci alle polemiche attualmente in corso, con le ripetute lamentazioni da parte di diversi esponenti di forze politiche e istituzioni, per ottenere e gestire nuovamente risorse e finanziamenti da “dedicare” al ponte di Torre d’Oglio con svariati progetti avveniristici – scrivono – come membri attivi di associazioni e comitati che circa dieci anni fa si sono impegnati insieme a migliaia di cittadini locali in difesa della integrità e funzionalità del ponte in barche, ci sembra doveroso ribadire che era sufficiente salvaguardarne l’identità e razionalità originaria, unica nel suo genere, bastava adeguarlo alle norme sulla sicurezza. Quello che ora gli amministratori lamentano era già stato previsto e, in documenti sottoscritti da migliaia di persone, si chiedeva di evitarlo risparmiando risorse e fatiche.
Il ponte ha sempre funzionato, seppur con limitate interruzioni, con l’utilizzo di 3 diversi approdi, l’aver voluto agganciarlo alle sponde ha causato il suo cronico inutilizzo per diversi mesi dell’anno creando notevoli disagi agli utenti e anche contribuenti. Il nuovo ponte prende origine da ponti siti in altri contesti idraulici, su canali o fiumi con condizioni di portata costanti e non considera le importanti variazioni tipiche del fiume Oglio in particolare. Un progetto sbagliato, costosissimo, voluto senza se e senza ma dai vertici di un’amministrazione provinciale miope, completamente indifferente del volere popolare, complici anche altri enti che lo hanno sostenuto a vari livelli. L’ultima ristrutturazione – continua la nota – infatti, costata una cifra spropositata, pagata con i soldi dei cittadini, di cui 770’000 € presi dal capitolo “Turismo” della Regione Lombardia, ha causato per gran parte del tempo, la chiusura del ponte che in precedenza non si verificava, eliminando un opera dalla valenza turistica unica nel panorama Italiano e probabilmente europeo: un ponte in grado di navigare oltre che alzarsi ed abbassarsi. Oltre al danno la beffa!
Ora, come cittadini, dire che siamo indignati per come sono stati gestiti i nostri soldi e per come siamo stati ascoltati è fare un complimento. Se la gestione del denaro pubblico è questa si può capire perché in Italia il debito avanza, la pressione fiscale pure, i servizi vengono continuamente ridotti e non vi è nulla o quasi che funziona.
L’unica cosa che si può fare adesso è prendere in considerazione chi aveva consigliato di rimanere col vecchio ponte: sono queste persone che hanno ragione. Non volevano mantenere un monumento inutilizzabile come purtroppo accade adesso, ma una struttura fruibile per il traffico veicolare moderno, con:
il mantenimento del posto degli addetti operatori preparati (la figura professionale del pontiere) in grado di potersi in parte ripagare con proventi dal turismo, inserita in una splendida golena ricca di valori ambientali alla confluenza dell’Oglio nel Po; un ponte funzionante e rispettoso delle dinamiche fluviali (Es. realizzazione di un 4° approdo) inserito nel Parco Regionale Oglio Sud con nelle immediate vicinanze uno dei più grandi complessi idrovori d’Italia già destinato in parte ad ecomuseo. Un patrimonio unico a livello nazionale attualmente pressochè irraggiungibile per molti mesi! Un ponte collegato ai percorsi ciclopedonali recentemente realizzati per la valorizzazione e la fruibilità cicloturistica del territorio (ciclovia VEN.TO)
Come può essere tollerato il fatto che l’attuale manufatto così come è stato trasformato non può esser percorso per lunghi periodi né in bicicletta né a piedi oltre che con gli autoveicoli?
Per quanto riguarda i soldi per sistemarlo, non usate denaro pubblico. Siamo stanchi di pagare per errori altrui.
Ritornate al ponte originario e le opere avvenieristiche lasciatele perdere – conclude l’Associazione – pensate invece alla manutenzione e alla funzionalità ordinaria delle strade e delle altre strutture di collegamento e alla tutela costante dell’ambiente, già questo potrebbe esse sostenibile e mantenere occupazione”.
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