Torre d'Oglio, Fava durissimo: "La verità? La provincia non ha alcun progetto serio su come intervenire"
"La Regione metterà a disposizione una parte consistente di risorse per la quale insisto non esiste alcun obbligo, se non l'interesse di tutelare quelle popolazioni che non possono pagare sulla propria pelle la responsabilità di aver avuto una classe dirigente di inetti che ha creato tutto ciò"
VIADANA – Stanco di gente che millanta soluzioni che al momento non ci sono. E stanco di ricostruzioni ‘ardite’, fatte da chi ha a che fare con una classe politica che è figlia di quel passato che ha portato alla situazione attuale. E neppure riesce a prendersi le proprie responsabilità. Gianni Fava, assessore regionale all’agricoltura e consigliere comunale a Viadana, non ci sta a continuare a sentir parlare di Torre d’Oglio ‘a vanvera’ e ricostruisce tutte le vicende.
“Non passa giorno ormai senza che qualche improvvisato profondo conoscitore delle dinamiche amministrative nonché di ingegneria idraulica, pontifichi in merito alla questione dolorosa e per certi versi imbarazzante, del ponte in chiatte di San Matteo. Vorrei approfittare di questo spazio per provare a spiegare come stiano effettivamente le cose. Per farlo serve fare un minimo di analisi del recente passato.
Nel 2010 dopo che il sottoscritto, oltre ad un buon numero di cittadini, per mesi ha protestato in consiglio provinciale contro la farneticante idea di realizzare un approdo fisso al posto degli attracchi differenziati in base al livello del fiume, veniva inaugurato in pompa magna un manufatto che a detta degli ideatori avrebbe cambiato la storia. Ricordo come fosse ieri le immagini festanti del mai compianto presidente Fontanili con l’allora assessore provinciale, nonché segretario viadanese del Pd, Baracca festeggiare la brillante novità.
Nel mezzo le nostre proteste volutamente silenziate dai compiacenti media del periodo. Questa è storia. A distanza di 7 anni il ponte risulta ormai sostanzialmente inutilizzabile per quasi la metà del tempo su base annua. Dopo aver speso 1.700.000 euro di denaro pubblico il risultato e’ che un manufatto che aveva egregiamente svolto la propria funzione per decenni allo stato attuale non funziona più. Mi chiedo: esisteranno delle responsabilità almeno politiche, se non finanziarie, da parte degli autori materiali di un errore così grossolano? Parrebbe proprio di no, in quanto in questo mondo a rovescia i più scatenati nel chiedere a gran voce una soluzione del problema sono proprio coloro che l’hanno creato.
Tant’è che nelle ultime settimane abbiamo letto di tutto, tranne la verità. Si perché di verità ce ne è una sola e cioè quella in virtù della quale il ponte resta un manufatto della Provincia. E proprio l’amministrazione provinciale ne deve garantire la funzionalità. Io per conto della regione ho garantito una compartecipazione alla spesa eventuale (per quanto ci riguarda non avremmo obblighi di legge in tal senso, ma ci rendiamo conto che questa accozzaglia di improbabili amministratori non avrebbe la forza da sola di risolvere alcunché).
La provincia se volesse avrebbe anche le risorse. Qualcuno forse si è dimenticato ne nei prossimi mesi verranno introitati ben 11 milioni di euro dalla cessione delle quote di autobrennero? Io no. Quindi la scusa dei soldi che mancano non vale. Ma allora qual’e’ il problema vero? La risposta è tanto semplice quanto disarmante: nessuno ha realmente idea di quale soluzione tecnica possa risolvere il problema. Questo è il punto.
In Provincia a Mantova vorrebbero spendere altri milioni di euro senza che questi possano realisticamente contribuire alla soluzione del problema. La Regione e’ pronta a fare la propria parte e a concedere le risorse richieste nell’ambito del cosiddetto patto per la Lombardia che insieme agli amici Garavaglia e Nava stiamo faticosamente completando. Però ci siamo premurati di chiedere semplicemente se quelle specie di idee (definirli progetti risulta eccessivo anche sforzandosi con la generosità) che ci sono state segnalate dalla Provincia siano in grado di risolvere il problema oppure no.
Ad oggi su tutto ciò è calato un imbarazzato silenzio da parte del Presidente Morselli, il quale non riesce a tenere a bada le intemperanze dei propri colleghi di partito in Oglio Po, che afflitti da una forma grave di amnesia quotidianamente riempiono i giornali con proposte strampalate. Ovviamente sempre a spese di qualcun altro. La Provincia faccia il proprio mestiere e cerchi di trovare una soluzione e la Regione metterà a disposizione una parte consistente di risorse per la quale insisto non esiste alcun obbligo, se non l’interesse di tutelare quelle popolazioni che non possono pagare sulla propria pelle la responsabilità di aver avuto una classe dirigente di inetti che ha creato tutto ciò”.
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