Ordinanza dell'ufficio tecnico per la rimozione immediata delle casette. Un fulmine a ciel sereno
“Pirovano non è il proprietario - spiega l'avvocato Antonini - al limite se vogliono farlo buttare giù lo butterà giù il proprietario e gli eredi del proprietario”. Non esiste nessun atto infatti che certifichi la proprietà del manufatto di Pirovano che ha sempre agito da custode della costruzione
CASALMAGGIORE – Come un fulmine a ciel sereno, o quasi. la vicenda delle casette in golena si arricchisce di un ulteriore passo, destinato a fare discutere e ad avere ripercussioni legali. Perché almeno uno dei destinatari dell’ordinanza della messa in pristino dell’area mediante demolizione e rimozione di opere abusive consegnata in questi giorni – nella fattispecie Arcangelo Pirovano – con molte probabilità ricorrerà. Il servizio urbanistica del comune di Casalmaggiore ha ordinato la rimozione delle casette a totale carico degli utilizzatori.
“L’iniziativa – spiega l’avvocato Paolo Antonini che difende Arcangelo Pirovano – non l’ho capita. Si era detto che non ci si sarebbe mossi sino al pronunciamento della Procura della Repubblica, ricordo tante chiacchiere affinché su questa vicenda si agisse nella maniera più tranquilla possibile e poi arriva un’ordinanza come questa”. Un’ordinanza per la quale l’avvocato ha già preannunciato un probabile ricorso.
“Pirovano non è il proprietario – prosegue Antonini – al limite se vogliono farlo buttare giù lo butterà giù il proprietario e gli eredi del proprietario”. Non esiste nessun atto infatti che certifichi la proprietà del manufatto di Pirovano che ha sempre agito da custode della costruzione. Anche le vicende delle altre due costruzioni sono piuttosto complesse, anche dal punto di vista legale. Nessuno dei ‘custodi’ risulterebbe infatti proprietario dei manufatti ma, secondo l’ordinanza, dovrà accollarsi tutte le spese dell’abbattimento e della rimozione.
“Secondo me il comune rischia di infilarsi in un ginepraio – continua Antonini – perché se fanno abbattere e rimuovere quelle tre costruzioni, stesso atto dovrebbe essere preso per tutti i capanni che ci sono sul territorio comunale. Perché quelle sì, ad esempio, e quelle di Roncadello no? Se prendi un’iniziativa in area golenale la devi prendere per tutte”. Il problema è piuttosto complesso ed un approdo in tribunale rischia ripercussioni a catena sino a Cremona. Sono tantissime infatti le costruzioni simili in area golenale che rischiano la stessa sorte o che potrebbero averla se il tribunale si pronunciasse in tal senso.
L’avvocato Antonini che appena possibile parlerà approfonditamente col suo cliente (è in Francia impegnato nel raduno della Federazione Italiana Canoa Turistica), non nasconde una certa contrarietà: “Alla faccia delle dichiarazioni del vicesindaco – ha concluso Paolo Antonini – e dell’ufficio tecnico che si sarebbe trovata una strada per fare le cose in maniera tranquilla. Alla fine quelle erano solo parole”.
Nazzareno Condina