Jean, Cingia Calvatone e ritorno: una storia a lieto fine per il meticcio
Jean crescerà con la famiglia che lo ha salvato, e ne ricambierà l’affetto. Anzi, già lo fa. Perché - sesto senso - probabilmente aveva già capito che quelli erano i cuori in cui avrebbe trovato definitivamente spazio
CALVATONE – Una storia a lieto fine nell’ultima domenica di luglio. E’ quella di Jean, un meticcio dall’età (presumibile, di 3 anni). Un cucciolotto molto affettuoso. Lo aveva trovato per strada, a Cingia de Botti, a fine gennaio scorso, una famiglia del luogo.
Non ci avevano pensato due minuti, accogliendolo in casa in attesa di trovare il suo proprietario, nonostante loro di cani ne avessero già uno. Nonostante le ricerche in tutta Cingia, nessuno era riuscito a riconoscerlo e a dare indicazioni. Appelli, passaparola, ma il proprietario di Jean non è mai stato trovato e per lui, che nel frattempo si era affezionato alla famiglia che aveva deciso di prendersene cura, ad un certo punto, si sono aperte le porte del canile.
E’ la prassi a cui a prescindere dall’affetto che si può provare per un trovatello, come ci spiegano da Anpana, tutti dovrebbero attenersi. Il 7 febbraio scorso il meticcio era giunto a Calvatone. Anche in canile si è cercato di risalire alla storia di quel cane, tanto buono ed affettuoso quanto sfortunato, senza alcun risultato. Un perfetto sconosciuto, senza chip.
Nei giorni scorsi poi la svolta. La stessa famiglia che lo aveva raccolto dalla strada ha deciso alla fine di portarlo a casa. Ne sono già innamorati, ma già lo erano da quando era stato trovato. Nonostante la casa non grande e la presenza di un altro cane, non se la sono sentita di lasciarlo solo: tutte le prove di compatibilità con l’altro ospite a quattro zampe della famiglia, sono andate a buon fine.
Jean crescerà con la famiglia che lo ha salvato, e ne ricambierà l’affetto. Anzi, già lo fa. Perché – sesto senso – probabilmente aveva già capito che quelli erano i cuori in cui avrebbe trovato definitivamente spazio. I cuori in cui fermare, per sempre, il suo vagare.
Nazzareno Condina