Aggrediti in piazza, Cavatorta: "Misura è colma: ora vigilanza dinamica, è l'ultimo richiamo"
"Non ho fatto subito una revoca anche se l'intenzione è stata fortissima, perché consapevole che possono esserci conseguenze negative per la Composad e i suoi lavoratori e soprattutto perché si sta lavorando per concludere questa vicenda" spiega il primo cittadino di Viadana.
VIADANA – Il presidio Cobas-Viadana Facchini resterà in centro a Viadana, ma sarà costantemente vigilato: questo lo sviluppo (come forma di reazione) dopo la rissa scoppiata domenica nel tardo pomeriggio in piazza Manzoni.
“Quanto si è verificato ieri sera nelle vicinanze del presidio Cobas in pieno centro a Viadana è inaccettabile – spiega il sindaco di Viadana Giovanni Cavatorta – . Ripeto inaccettabile. Tra l’altro in un orario e in una zona di passeggio frequentata da famiglie. Si parla tanto di integrazione, di persone che vivono a Viadana da anni se non decenni. Evidentemente per certi personaggi è servito a molto poco. Questa violenza bruta non ci appartiene ed è lontana anni luce dal livello di civiltà e pace sociale che abbiamo raggiunto con tanta fatica. Vorrei portare un augurio di pronta guarigione agli aggrediti. I viadanesi non ne possono più, io sono stanco di tutta questa vicenda, al corteo hanno detto che non sono stato il sindaco di tutti, che non li ho aiutati, quando invece ho fatto di tutto per cercare di trovare una soluzione”.
“Nonostante ciò – spiega Cavatorta – abbiamo concesso lo spazio che occupano questi signori organizzando il tutto su invito di Questura e Prefettura, condiviso da Composad, al fine di allentare la tensione e togliere il presidio davanti allo stabilimento. Viadana se ne è fatta carico ma la nostra piazza non può diventare lo scenario di aggressioni brutali ed esplosioni incontrollate di violenza. I viadanesi devono poter sentirsi liberi di camminare per strada senza paura. Per me il tempo è abbondantemente scaduto, il vaso è colmo, al minimo sentore di ulteriore tensione revocherò il permesso che abbiamo concesso per occupare gli spazi pubblici. Se poi eventualmente sarà revocato e decidessero di non rispettarlo continuando a stare lì, chiederemo che le forze dell’ordine e le istituzioni ci aiutino a far rispettare le regole”.
Perché non chiudere subito il presidio, ha chiesto qualche cittadino dopo l’episodio di domenica. “Non ho fatto subito una revoca anche se l’intenzione è stata fortissima, perché consapevole che possono esserci conseguenze negative per la Composad e i suoi lavoratori e soprattutto perché si sta lavorando per concludere questa vicenda. Le forze dell’ordine mi hanno garantito una vigilanza dinamica. D’altro canto non si può nemmeno permettere che un’intera comunità sia ostaggio di questi episodi e di subire un clima di intimidazione, provocazione e violenza. Qui siamo a Viadana, se a qualcuno non va bene come siamo abituati a vivere e vuole andare oltre le regole della convivenza civile se ne può tornare immediatamente da dove è venuto, lontano o vicino che sia, non ne sentiremo la mancanza”.
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