Legacoop, consegnate le 170 lettere di licenziamento. "C'è ultima chance ricollocamento"
"Esiste un ulteriore progetto di ricollocamento con il bando regionale attivo chiamato Rete per il lavoro. Cosa prevede? Una formazione di 12-13 mesi e la possibilità di essere immessi, anche con nuove mansioni nel mercato del lavoro, possibilmente con una redistribuzione in zona, ossia nel distretto" spiega Dadda.
VIADANA – E’ toccato ad Attilio Dadda, vicepresidente vicario di Legacoop Lombardia, il compito di consegnare le 170 lettere di licenziamento agli operai della ex Viadana Facchini. Un’operazione, come si può immaginare, non semplice ma completata nel pomeriggio di mercoledì. E un passaggio formale che di fatto chiude una vicenda andata avanti per mesi, con giornate decisamente calde fuori dai cancelli della Composad.
“Della platea complessiva di 271 lavoratori – spiega Dadda, incontrato nelle scorse ore – 101 sono stati ricollocati in 3L o in altre cooperative, sempre legate ad appalti, alcuni anche più piccoli, di Composad. Questi 101 sono finiti in 3L al primo o secondo appello: il 23 giugno abbiamo lasciato un’ultima chance, una finestra di 48 ore prima della procedura di licenziamento collettivo, che serve ora per ottenere gli ammortizzatori dallo Stato centrale. Con la consegne di queste lettere si arriva alla chiusura delle vertenze sindacali, per un accordo ottenuto con le tre sigle sindacali ma non con i Cobas. Ora la partita è chiusa”.
Cosa accadrà ora? “Si possono aprire due fronti – spiega Dadda – . Il primo in sede giudiziaria davanti al Giudice del Lavoro, mentre per il secondo si potrà attivare un ulteriore progetto di ricollocamento con il bando regionale attivo chiamato Rete per il lavoro, che prevede l’intervento di associazioni di categoria, sindacati e altri soggetti. Quest’ultimo passaggio riguarda i 170 lavoratori interessati a entrare in questa rete. Cosa prevede? Una formazione di 12-13 mesi e la possibilità di essere immessi, anche con nuove mansioni dopo l’apposita formazione, appunto, nel mercato del lavoro, possibilmente con una redistribuzione in zona, ossia nel distretto. In tutto questo, ora che la partita sindacale è chiusa, non capiamo davvero il senso e l’utilità del presidio Cobas che sta continuando in centro a Viadana”.
Intanto in Composad l’attività sta tornando alla normalità. “Piano piano sì e questo ci fa capire che per arrivare a neutralizzare il danno subito dall’azienda in questi mesi servirà lavorare sodo, per arrivare a risultati commerciali capaci di ripianare le perdite e anche per capire se le attività commerciali riusciranno a salvare gli stessi ordini: alcune consegne sono state indubbiamente ritardate e uno dei committenti ha spedito una nota ufficiale di danni alla Viadana Facchini”.
Cosa rimane, a bocce quasi ferme, di tutta questa vicenda? “Due sensazioni: la prima di gratitudine per l’azienda e le istituzioni che si sono spese in prima persona. Sindaco e Prefetto, giusto per citarne un paio, si sono messi in gioco e hanno lavorato per arrivare a un risultato. La seconda sensazione è di stupore: è la prima volta – e di trattative di questo tipo ne ho portate avanti parecchie – che chiudo un percorso con così tanti esuberi non per una crisi dell’azienda ma perché gli stessi lavoratori, mediante sindacato Cobas, hanno rifiutato una proposta di lavoro. Posti di lavoro rifiutati, ripeto, in un mercato in cui si fa fatica e in una zona in cui, ad esempio, la disoccupazione giovanile (sotto i 25 anni, ndr) si attesta sul 46% a Cremona e sul 42% a Mantova. E’ semplicemente incredibile”.
Giovanni Gardani