Nidi Gratis, retta abolita sotto i 20 mila euro anche per 15 famiglie dell'Arcobaleno
Sotto i 20 mila euro di ISEE, nessuna famiglia, che porti il proprio figlio nella struttura pubblica, partecipata (è il caso di Quattrocase) e sino a 15 famiglie in quella privata se residenti nel comune, pagherà la retta.
CASALMAGGIORE – Nidi gratis prosegue. Anzi, raddoppia perché – grazie alla convenzione approvata col Nido Arcobaleno, gestito dalla fondazione assistenza minori – anche la struttura privata usufruirà delle agevolazioni previste dal Programma Operativo Regionale Fondo Sociale Europeo di cui già usufruiscono le strutture di via Combattenti e il Nido gestito dalla farmacia Comunale di Quattrocase.
Sotto i 20 mila euro di ISEE, nessuna famiglia, che porti il proprio figlio nella struttura pubblica, partecipata (è il caso di Quattrocase) e sino a 15 famiglie in quella privata se residenti nel comune, pagherà la retta. La Regione tramite il fondo dell’Unione Europea (32 milioni di euro) col progetto Nidi Gratis – e in parte, per il Nido Arcobaleno, il Comune – sostituiranno la famiglia nella corresponsione della stessa.
A presentare questa mattina l’operazione (alla quale, l’anno scorso, hanno aderito il 60% delle famiglie che portano il figlio al nido comunale) in conferenza stampa l’assessore ai servizi sociali Gianfranco Salvatore e il parroco di Santo Stefano e San Leonardo di Casalmaggiore don Cesare Nisoli.
L’operazione nel dettaglio: per il nido pubblico (e quello di Quattrocase, equiparato l’anno scorso anche perché il comune detiene il 100% delle quote di AFM) le quote (che vanno da 0 euro a 400 a seconda di parametri prestabiliti anche in base del reddito) saranno coperte, per le famiglie sotto i 20 mila euro di ISEE dai fondi Europei erogati tramite la Regione.
Per 15 famiglie che iscrivono i figli al Nido Arcobaleno (che pagano 250 euro al mese di retta) provvederà con 50 (o 30 euro, se l’ISEE è superiore ai 16 mila euro) il comune e il resto della retta sarà coperto sempre dai fondi europei erogati tramite regione.
“Abbiamo 3 nidi sul territorio – ha spiegato l’assessore Salvatore – che non lavorano in concorrenza, ma in sinergia. Sono luoghi educativi e formativi, luoghi di apprendimento e formazione. Nidi Gratis è un sostegno che può dare serenità alle famiglie”. Dal progetto sono esclusi i pasti.
“Si va verso la parità scolastica come già avviene in altri paesi europei – ha sottolineato don Cesare Nisoli – è questo è un passo in avanti per tutti”. Grazie a Nidi Gratis già l’anno scorso si era registrato un boom di iscrizioni, e il trend anche quest’anno (le preiscrizioni si sono aperte il 7 luglio) è nettamente positivo.
“Quattrocase – ha spiegato Salvatore – ha un ruolo strategico (al crocevia di più comuni, è ambito anche da famiglie extracomunali, ndr). Il Nido di Casalmaggiore registra già un alto numero di adesioni. Ora anche al Nido Arcobaleno sarà possibile iscrivere il figlio e fare richiesta (la richiesta va ripetuta ogni anno, ndr) di accesso a Nidi Gratis. La compartecipazione comunale è una delle prorogative richieste da Regione Lombardia”.
L’impegno per le casse pubbliche (da inserire a bilancio, questo è il tetto massimo) sarà di 3000 euro per quest’anno e di 8250 euro all’anno sino al 2020. C’è attesa per capire nei dettagli quali saranno le limitazioni. Resta comunque una buona notizia ed un sollievo notevole, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione.
Il rapporto tra bimbi italiani e stranieri iscritti al nido è di 65-35. Molto dipende anche dalle aree di provenienza dei residenti stranieri su suolo comunale. Se i paesi africani prediligono un modello in cui il piccolo è seguito nella fascia di età da iscrizione al nido per lo più dalle famiglie, meno problemi si fanno i cittadini dell’est europeo.
La giunta, nei prossimi incontri, dovrà dirimere alcune questioni dal punto di vista dei regolamenti d’accesso ed è già impegnata a strutturare alcune norme in modo che siano più legate alle reali esigenze delle famiglie, cercando di favorire, così come spiegato dallo stesso assessore, quei nuclei in cui non c’è effettiva possibilità che il figlio venga seguito, magari dagli stessi nonni o in cui uno dei due genitori non sia a casa. Ed anche infine per dirimere la questione della residenza in Lombardia. Essendo un fondo Europeo infatti l’amministrazione cittadina ha chiesto lumi in Regione sul fatto che l’accesso possa essere garantito solo a chi risiede in Regione da almeno cinque anni. Qualche dubbio sulla materia è sorto e nelle prossime settimane sarà dissipato.
Nazzareno Condina