Economia

A volte vanno d'accordo: Torchio e Fava impegnano Bozzolo e Viadana contro Ceta

Dalla Coldiretti, in questo caso provinciale, prende spunto Giuseppe Torchio, assieme alla giunta bozzolese, per sollecitare il Parlamento e il Governo, come si legge nella delibera 173 da pochi giorni approvata, ad impedire l’entrata in vigore nel nostro paese del trattato Ceta. Fava già aveva presentato una mozione.

VIADANA/BOZZOLO – Ci sono momenti in cui la politica inizia magicamente ad andare d’accordo, nonostante le distanze, nonostante tutto. In forme diverse, magari, ma per un unico fine comune: accade in questi giorni, ad esempio, tra Viadana e Bozzolo, comuni comprensoriali dell’Oglio Po, e in particolare tra due acerrimi nemici, politicamente parlando. Gianni Fava, numero uno della Lega Nord a livello territoriale e assessore di Regione Lombardia per l’Agricoltura, e Giuseppe Torchio, da un mese eletto sindaco di Bozzolo e parecchio distante dal pensiero di Fava.

Eppure se si tratta di impegnare i rispettivi comuni su un tema di straordinaria importanza e dall’orizzonte persino internazionale, ecco che entrambi si schierano dalla stessa parte. Parliamo di Ceta, dell’accordo cioè che andrebbe a penalizzare notevolmente il Made in Italy e o prodotti tipici della nostra terra. Coldiretti ha già manifestato sul tema la propria contrarietà con una maxi manifestazione a Roma nei giorni scorsi. E proprio dalla Coldiretti, in questo caso provinciale, prende spunto Giuseppe Torchio, assieme alla giunta bozzolese, per sollecitare il Parlamento e il Governo, come si legge nella delibera 173 da pochi giorni approvata, ad impedire l’entrata in vigore nel nostro paese del trattato Ceta, arrestando il processo di ratifica dell’accordo in Italia e adottando ogni iniziativa necessaria ad ostacolare l’applicazione del trattato anche in via provvisoria.

A Viadana, Gianni Fava (come già abbiamo scritto nei giorni scorsi) ha scelto un metodo differente, ma con la medesima finalità: qui infatti il documento non tocca solo la giunta ma l’intero consiglio, con una mozione che verrà discussa lunedì prossimo: anche in questo caso, però, non cambia la sostanza. No al Ceta, acronimo di Comprensive Economic and Trade Agreement, che è stato firmato a livello continentale per l’accordo tra Unione Europea e Canada ma che porterebbe secondo Coldiretti alla graduale eliminazione delle regole che in diversi settori della sanità pubblica, della sicurezza degli alimenti e della protezione dei consumatori e dell’ambiente possono essere ritenuti di ostacolo alla libertà del commercio.

Con pesanti ripercussioni sulla difesa del made in Italy e della riconosciuta qualità della filiera agroalimentare italiana. Da qui la richiesta a Parlamento e Governo di non ratificare l’accordo. Che in questi giorni è fonte di discussione ma in questo caso ha raggiunto un obiettivo unitario: mettere tutti d’accordo, anche due nemici storici, nell’essere contrari alla sua approvazione…

G.G.

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