Cronaca

Ventasso, tutto partì da lì: Cesare Barbieri festeggia 16 anni senza droga

“Certo - spiega Cesare - non sono un top runner ma tutta questa fatica mi fa sentire un vincente. Il 2 agosto saranno 16 anni che non tocco la merda e mi sento straordinariamente bene”

REGGIO EMILIA – Il 2 agosto saranno 16 gli anni senza droga. Sedici anni di lenta e difficoltosa risalita. Ancor più ripida di tutte le maratone fatte. Cesare Barbieri, Casalasco che da anni ormai vive a Reggio Emilia, ha portato a termine i 42 km della Ecomaratona del Ventasso: una gara dura, impegnativa con i suoi 2300 metri di dislivello affrontati in gara, tra salite ripide, discese e tratti misti in grado di mettere in difficoltà anche atleti competitivi. Era lì che aveva iniziato a sfidare se stesso in una competizione.

“Questa per me è una gara importante – spiega Cesare Barbieri – la gara dove ho iniziato a vincere contro la merda”. La merda è la droga, quella che per anni Cesare Barbieri ha incrociato sulla sua strada sino ad esserne completamente schiavo e finire in carcere. La storia poi è quella già raccontata. La disintossicazione, l’entrata in comunità, l’incontro con la corsa.

“Certo – spiega Cesare – non sono un top runner ma tutta questa fatica mi fa sentire un vincente. Il 2 agosto saranno 16 anni che non tocco la merda e mi sento straordinariamente bene”. Tanto che ormai oltre alla corsa collabora con la comunità che lo ha aiutato e gira in ogni luogo dove lo chiamano a raccontare la sua esperienza. “Oggi porto in giro la mia testimonianza – prosegue – e racconto a chi mi sta di fronte quel che ero e quel che sono. Ho già un mio lavoro e vedo in giro a portare la testimonianza senza alcun compenso. Il mio compenso è spiegare ai ragazzi che sono ancora dentro alla droga o che hanno iniziato un percorso per uscirne, che si può cambiare”.

Il piazzamento nella Maratona? Non è mai stato un problema. I primi tagliano il traguardo dopo 3 ore e 20 minuti di sforzo. Lui di ore ne ha messe quasi un paio in più. Ma poco importa. Ogni taglio del traguardo è una sfida comunque vinta, una vittoria con l’avversario più difficile, se stesso.

“Farsi un buco nelle vene non è la soluzione” ci dice sorridente e consapevole. Ci sono altre strade da percorrere, sudore e fatica da lasciare su sterrate e sull’asfalto. Ed ogni volta, per ogni sfida, passo dopo passo, é una traguardo raggiunto. Come un traguardo raggiunto é ogni volta che qualcuno ascolta le sue parole: quelle di uno che era succube d’un ago e di una siringa e che ora affronta la vita correndo, e senza paura.

Nazzareno Condina

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