Cronaca

Manifestazione sotto un caldo torrido:350 persone sulle strade di Viadana

Chi si aspettava Black Block, gruppi d'assalto pronti a rovinare le feste è rimasto deluso. Il corteo è partito verso le 16 e alle 18.30 l'iniziativa sindacale si è conclusa, in anticipo sui tempi previsti.

VIADANA – Doveva essere una manifestazione colorata e senza incidenti, e così è stato. Anche perchè tra i 350 (secondo la Questura) o oltre 500 (secondo gli organizzatori) c’erano donne e bambini, ragazzi molto giovani oltre agli indiani e ai ragazzi di colore. Non c’era la politica Viadanese, in compenso rappresentanze politiche dei comuni limitrofi (Casalmaggiore e Dosolo, Rifondazione Comunista) e delle città (Mantova, Rifondazione e Sinistra Italiana, Cremona, Reggio Emilia). Tanti italiani per dire sì al lavoro e no alla logica delle cooperative. E’ stata la guerra – verbale – contro le cooperative il leit motiv più utilizzato nei cori. Insieme all’ormai classico: “Tocca uno tocca tutti”.

E poi c’era Cobas, con una rappresentanza giunta da Milano a manifestare insieme agli operai della Viadana Facchini “Perché per noi l’operaio è operaio, sia italiano che proveniente da un altro paese, con gli stessi diritti. Siamo qui oggi per manifestare la nostra vicinanza agli operai di Viadana facchini, contro le logiche delle cooperative”. Ingente il dispiegamento di forze: Polizia, Digos, Carabinieri e Polizia Municipale (un auto a supporto anche da Casalmaggiore). Si sono limitati a seguire la manifestazione e ad indirizzarla sul percorso indicato dalla Questura, senza mai neppure un attimo di tensione.

Chi si aspettava Black Block, gruppi d’assalto pronti a rovinare le feste è rimasto deluso. Il corteo è partito verso le 16 e alle 18.30 l’iniziativa sindacale si è conclusa, in anticipo sui tempi previsti.

La manifestazione ha seguito il percorso deciso dalla questura e dal prefetto e studiato insieme al sindaco, con cori continui nonostante i 35 gradi, ed un servizio d’ordine organizzato dagli indiani che nulla ha lasciato in giro e al caso. Un brevissimo momento di tensione tra i manifestanti lo si è registrato nella parte del tragitto più prossima a Sadepan Chimica. Qualcuno degli indiani avrebbe voluto deviare rispetto al percorso stabilito, ma è stato un attimo. Gli animi più accesi sono stati subito riportati alla ragione dai loro compagni di ventura.

Tutto è andato come doveva andare: in maniera – al di là dei cori – assolutamente tranquilla, nel caldo torrido di luglio. “Quello di chi è rimasto senza lavoro é un problema che si dovrà affrontare perché questa è tutta gente che risiede qui, paga le tasse qui, qui porta i figli a scuola – hanno spiegato i sindacalisti al microfono – e i costi di chi resta a casa rischiano di ricadere sulla comunità di Viadana”.

Nel corteo tanti bambini, tenuti costantemente idratati e tante le donne. Alcuni – i più grandicelli – camminavano a fianco ai padri, i più stanchi sulle spalle dei loro genitori per tutto quello che a loro probabilmente è parso poco meno che un gioco. I grandi non giocavano affatto. “Vogliamo poter lavorare con dignità anche per loro”, ci raccontava con un po’ di stanchezza un ragazzo di colore.

C’è ancora tempo per riflettere (forse). Di certo le iniziative proseguiranno, questo quanto ribadito alla fine della manifestazione dai Cobas. Il gruppo si è poi disperso, ognuno per la sua strada. E’ un arrivederci – da quel che si è capito – che proseguirà almeno sino a quando una soluzione non sarà trovata per tutti.

Nazzareno Condina

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