Disservizi Trenord: dopo il 'giugno nero', i pendolari chiedono garanzie
E’ di questa mattina, lunedì 3 giugno, l’invio da parte del Comitato Pendolari e Viaggiatori lombardi di una lettera in Regione, indirizzata al Presidente Maroni e all’assessore ai trasporti Sorte e a Trenord all’AD Farisè.
Giugno è ormai alle spalle, ma i pendolari lombardi che usufruiscono ogni giorno del treno per motivi di lavoro, studio o altro, lo ricorderanno a lungo come uno dei mesi più neri dal punto di vista degli spostamenti e dei disagi. Ai disservizi già sopportati e noti come: carrozze insufficienti a contenere tutti, mancanza di aria condizionata d’estate e riscaldamento d’inverno, sporcizia e continui ritardi, giugno è stato il mese dei tanti treni “cancellati” per il caldo. E i pendolari, con l’inizio di luglio, sono tornati alla carica, per cercare di scongiurare il ripetersi delle situazioni sopra descritte.
E’ di questa mattina, lunedì 3 giugno, l’invio da parte del Comitato Pendolari e Viaggiatori lombardi di una lettera in Regione, indirizzata al Presidente Maroni e all’assessore ai trasporti Sorte e a Trenord all’AD Farisè. Uno scritto, firmato da Matteo Mambretti, Rappresentante dei Viaggiatori alla Conferenza Regionale del TPL, in cui oltre a ricordare la situazione subita, si chiedono garanzie per il futuro. “I fatti di queste settimane denunciano un tasso di soppressioni dei treni mai visti prima nella storia di Trenord, tranne che a dicembre 2012 quando il sistema collassò – denunciano i pendolari – . Desideriamo esprimere chiaramente il nostro sconcerto rispetto ad una gestione del servizio pessima e chiedere chiarimenti rispetto alle notizie trapelate in questi giorni tra i viaggiatori e il personale dell’eventualità di una chiusura programmata di intere linee voluta dall’azienda per l’incapacità di far fronte alla situazione di caldo.
Ci chiediamo – continuano – se sia veramente l’afa il problema di un’azienda che opera in Lombardia (le cui estati sono note ai più essere torride) o forse più un affanno, dovuto a una continua rincorsa di problemi mai risolti. Le soppressioni di queste settimane avvengono a nostro avviso a seguito di una serie inaccettabile di disservizi – in progressivo e costante peggioramento – che ricordano ai più la débâcle di dicembre 2012, tristemente famosa per essere stata una delle peggiori pagine della storia di Trenord, con la differenza che la crisi acuta di tale periodo era stata innescata dalla congiuntura di eventi tecnici e politici mentre oggi è figlia di una gestione dell’azienda dai discutibili risultati.
Le attuali difficoltà di un giugno senza pari per disservizi e cancellazioni nascono a parere di chi viaggia tutti i giorni da due problemi strutturali non risolti e forse mai affrontati fuori da pezze messe in emergenza. – Il primo è l’indisponibilità dei treni per evidente inadeguata e insufficiente manutenzione. La motivazione sempre invocata dell’età vetusta del materiale rotabile è inconsistente. Ben venga il materiale nuovo, e su questo invitiamo Regione Lombardia a non sospendere gli sforzi fatti in anni recenti in investimento sul materiale rotabile, ma il materiale moderno richiede ancora più manutenzione del materiale vecchio a causa della maggiore complessità tecnologica e impiantistica. Ne è una prova il numero di soppressioni registrate su linee gestite con materiali appena acquistati da Regione, treni delle serie più recenti che girano con l’aria condizionata guasta o che perdono acqua di condensa sui sedili o che girano con porte guaste per successivi giorni interi.
– Il secondo problema strutturale, addirittura più grave del precedente che viene usato per mascherarne la portata, è l’indisponibilità cronica di personale viaggiante che si fa immancabilmente evidente nei tradizionali periodi di vacanza, come i giorni di Natale 2016 o il primo gennaio 2017, con picchi di cancellazioni che non possono essere attribuite ai guasti e ad un’azienda sana. Così va a nostro avviso interpretato il repentino aumento di cancellazioni da giugno che coincide con la fine del calendario scolastico, o la paventata chiusura di intere linee dalle prossime settimane o ancora, le richieste da parte di Trenord di ottenere di anno in anno intervalli sempre più ampi di riduzione del servizio a Natale e ad Agosto. Tutti provvedimenti comunque non sufficienti a coprire i turni con conseguente aumento delle cancellazioni, oltre che in palese controtendenza rispetto alle esigenze dei viaggiatori. Tale motivazione è testimoniata dalle spesso annunciate soppressioni dei convogli con diverse ore di anticipo e quindi non certo riconducibili a improvvisi guasti del materiale.
Chiediamo a Regione che si faccia garante del rispetto del Contratto di Servizio da parte dell’azienda che ha firmato a fronte di 450 milioni di Euro di denaro pubblico che ogni anno i cittadini impegnano per ottenere risultati sul servizio non paragonabili all’investimento fatto. Chiediamo a Trenord di rendere conto alla collettività dei due problemi strutturali sopra esposti, che vengano seriamente affrontati e non mascherati da una serie di spot autocelebrativi o trattati con inefficaci palliativi in emergenza messi in atto dalle tanto decantate task force, tutto pur di non affrontare i problemi alla radice nell’ottica di minimizzare i costi per massimizzare la remunerazione dell’azienda. Chiediamo un’azienda (che non necessariamente si debba chiamare Trenord…) che si dimostri adeguata a gestire il contratto di servizio più virtuoso e remunerativo d’Italia e che sappia vincere la partita con i giocatori a disposizione senza scaricare continuamente su altri le proprie responsabilità.
Alla politica tutta e soprattutto al Governo Regionale chiediamo innanzitutto attenzione a questo tema e consapevolezza del valore e dell’indispensabilità che un Servizio Ferroviario efficiente ha per la nostra regione, e che non si sottragga al suo compito di governance dato dal ruolo di titolare dei servizi ferroviari, della rappresentanza degli interessi del territorio e dalla posizione di forza di chi remunera il servizio e lo ha sempre puntualmente finanziato e può e deve chiamare politicamente i responsabili di tale situazione a rispondere del loro operato”.
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