Martignana, scintille in consiglio Pasquariello-Gozzi per i maiali della Ca Novetta
"Prima di noi bastava una richiesta e non importava per quanti numeri di capi e bastava un sì del sindaco, che poi quei sì li dava senza problemi. Oggi questo non è più possibile per cui non accettiamo lezioni di ambientalismo soprattutto da voi"
MARTIGNANA PO – Un vero e proprio scontro dialettico quello che ha messo di fronte maggioranza e opposizione in consiglio comunale. Senza esclusione di colpi. Motivo del contendere la richiesta, della ditta Canovetta di Savio Roberto, posta a cavallo tra i comuni di Martignana, San Giovanni in Croce e Casteldidone, di espandere la propria attività di allevamento suinicolo con strutture per 3000 nuovi capi di bestiame (la ditta ne ha già 6500) e la convenzione tra ditta e comune che è stata alla fine approvata con accuse e controaccuse pesanti da ambo le parti.
C’è da dire subito che il comune, grazie alla convenzione, otterrà 27 mila euro per interventi compensativi nell’area suddetta e che la richiesta dell’allevatore (una sorta di intermediario che compra suini, e poi li vende) dovrà essere vagliata dall’ASL e sottoposta alla procedura AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) che valuterà l’adeguatezza dell’impianto a tutta la normativa in essere così come previsto.
Una cifra, i 27 mila euro – secondo Anna Pasquariello – insufficente a coprire gli eventuali danni ambientali che una struttura del genere potrebbe portare. La parte dei manufatti graverà in territorio di Martignana: 3 stalle su un’area di 4066,92, oltre alle vasche chiuse per i reflui. “Vasche – secondo Anna Pasquariello – che andranno svuotate e che, insieme all’incremento del trasporto dei capi andranno ad aumentare l’inquinamento dell’area, oltre al rischio per le falde acquifere”.
Pasquariello ha citato una serie di ricerche di Associazioni ambientaliste e uno studio dell’Università di Milano che confermerebbe l’impatto ambientale alto di una struttura con così tanti capi di bestiame. “L’inquinamento – ha spiegato Pasquariello – o viene azzerato o saranno problemi che l’amministrazione si ritroverà in seguito a dover affrontare. Sussistono grosse problematiche di tipo ambientale. Come spiegate a chi vi ha sostenuto grazie anche alla battaglia contro la centrale che adesso andate ad autorizzare un impianto di quella portata? Si è trattato, quando ci sono state le elezioni, di cavalcare un’onda?”
La risposta alla ‘provocazione’ della Pasquariello da parte del sindaco Alessandro Gozzi è stata durissima: “L’impianto non è soggetto alla Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA), ma è soggetto alle verifiche dell’ASL e all’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA). Saranno massimo 3000 capi perché, grazie alle regole che noi abbiamo introdotto nel PGT non è possibile espandersi di più. La cosa che ci differenzia da voi è che, prima della variazione delle norme del PGT, era possibile fare di tutto. Il PGT precedente non prevedeva un numero massimo di capi e mi meraviglia che quella ditta abbia oltre 6500 capi di bestiame da più di 10 anni e nessuno abbia mai detto niente in merito. Prima non inquinavano? Un conto è l’informazione che diamo ai cittadini, un conto sono le fandonie. Prima di noi bastava una richiesta e non importava per quanti numeri di capi e bastava un sì del sindaco, che poi quei sì li dava senza problemi. Oggi questo non è più possibile per cui non accettiamo lezioni di ambientalismo soprattutto da voi. Ricordo inoltre che da quando sono sindaco abbiamo respinto almeno tre richieste per le ricadute ambientali che avrebbero avuto. Una riguardava un agricoltore che avrebbe voluto aprire un allevamento di tori nell’area di San Serafino. Le altre, alle quali non è stato dato seguito ma per le quali avevamo mostrato più di una perplessità, sono la richiesta di una ditta di espandersi dietro all’ACMA, con strutture alte oltre 12 metri che avrebbero avuto un forte impatto ambientale e un grosso allevamento di capre in Ca Nova”.
Tra i temi emersi anche quello del boschetto attiguo alla azienda Ca Novetta, un’area protetta che Anna Pasquariello ha tirato fuori per segnalare che quell’area sarebbe stata a grosso rischio soprattutto per i volatili presenti in loco. “Conoscete talmente il problema – ha chiosato Gozzi – che non sapete neppure che la provincia ha dato l’autorizzazione ai cacciatori che già lo fanno di sparare all’interno di quel boschetto, per la presenza di numerosi cinghiali. Dubito che qualcuno di voi ci sia mai stato”.
Ultimo appunto è sulla falda acquiferà: Pasquariello ha sostenuto che il comune ha dato un’autorizzazione di utilizzo di un grosso quantitativo d’acqua della falda per le esigenze del bestiame, esigenze che cresceranno ora con i nuovi capi. Il sindaco ha ribattuto che l’autorizzazione non era stata data dall’Amministrazione.
La battaglia tra maggioranza e opposizione non è finita qui. Dopo il consiglio il sindaco ha precisato che: “Non possono neppure accusarci di averlo fatto per incassare gli oneri di urbanizzazione, poiché l’area in questione non ne è soggetta, essendo area agricola. Per cui da tutto questo noi incassiamo 50 euro di pratica e portiamo a casa 27 mila euro vincolati, che potranno essere utilizzati in caso di necessità. Non abbiamo dunque nessun tipo di interesse. La convenzione e il PGT sono gli strumenti che abbiamo a disposizione a tutela. Se L’ASL o la verifica AIA dimostreranno che ci sono problemi, saranno loro a dirlo”.
Nazzareno Condina