Cronaca

"Il ricordo di quel silenzio": il Vescovo e don Bignami nella conferenza post visita

Sulla causa di beatificazione, don Bruno si è detto ottimista. “Il fatto che il Papa sia arrivato fino a Bozzolo è un indizio significativo, perché evidenzia il pensiero della Chiesa Cristiana. Poi occorrerà attendere i giusti tempi. La presenza del Santo Padre ci rafforza nella convinzione che la strada percorsa è quella giusta”.

BOZZOLO – “Il silenzio di tutta la piazza e di tutta la comunità durante la visita sulla tomba di don Primo Mazzolari sarà il ricordo più grande che porterò con me di questa giornata”: così monsignor Antonio Napolioni, vescovo di Cremona, ha iniziato la conferenza stampa con gli addetti ai lavori subito dopo il termine della visita di Papa Francesco a Bozzolo. “Sono stati minuti intensi – ha spiegato Napolioni – in raccoglimento in chiesa, cercando la medesima radice per il Papa e per don Mazzolari, quella di chi ha sempre una parola autentica sulla vita”.

Soffermandosi sull’annuncio dell’apertura ufficiale della causa di beatificazione presso il Tribunale Diocesano (seconda fase, di fatto, del percorso), il Vescovo di Cremona ha ricordato come la prima “sia essenzialmente quella preparatoria dei teologi e degli storici, che hanno dato un parere positivo per introdurre la causa stessa. Ora vi sarà la verbalizzazione delle testimonianze, lo studio delle opere e come comunità cristiana siamo chiamati a metterci in preghiera, perché la figura di don Primo sia profetica anche a livello spirituale, oltre che sociale. Una preghiera, dunque, nell’attesa di sapere come la Chiesa potrà custodire la memoria di don Mazzolari nei secoli”.

Don Bruno Bignami, presidente della Fondazione don Mazzolari, ha poi preso la parola nell’incontro moderato da don Enrico Maggi. “Sono stato anche io colpito dal legame tra il gesto e la parola. Soprattutto sono rimasto sorpreso piacevolmente dalla profondità e dalla complessità del discorso del Papa: chi si aspettava, da chi vive a Roma e dunque lontano da Bozzolo, un pensiero semplicistico, beh, è rimasto spiazzato. Papa Francesco ha colto le istanze che delineano un quadro molto articolato. Il servizio ai poveri, il discernimento, la gradualità e la citazione nell’Evangelii Gaudium. Soprattutto la capacità del prete, inteso come umile parroco, di capire dove stare per favorire la fede delle persone. I paralleli della cascina, del fiume e della pianura diventano metafore sulla capacità della Chiesa di vivere la Storia, di non farsi mai superare dalla Realtà. Accanto alle parole, è stato molto bello quanto abbiamo vissuto anche nei gesti di profonda umanità del Santo Padre, dai saluti ai silenzio. Ci ha riservato un’attenzione non di facciata né di routine. E’ un evento speciale che portiamo nel cuore come accade per un grande incontro”.

Sulla causa di beatificazione, don Bruno si è detto ottimista. “Il fatto che il Papa sia arrivato fino a Bozzolo è un indizio significativo, perché evidenzia il pensiero della Chiesa Cristiana. Poi occorrerà avere pazienza e attendere i giusti tempi. La presenza del Santo Padre ci rafforza nella convinzione che la strada percorsa è quella giusta”. Curiosità sullo scambio di doni, avvenuto all’interno della canonica che fu di don Primo Mazzolari. “Il Papa ha donato alla parrocchia – ha detto don Bignami – un calice (mostrato dal parroco don Gianni Macalli ai fedeli, che hanno risposto con un applauso, ndr), mentre la Diocesi di Cremona ha consegnato al Papa l’offerta per la carità e ha ricevuto dalla Fondazione alcune delle ultime pubblicazioni e dei discorsi di don Mazzolari”.

“Nella Canonica – ha proseguito don Bignami – il professore Giorgio Vecchio (responsabile del comitato scientifico della Fondazione, ndr) e il sottoscritto abbiamo mostrato e illustrato i doni fatti: tra questi un documento del 1907, in cui don Primo non ancora sacerdote a 17 anni spiega la propria visione sulla figura del prete, che è molto vicina a quella del Papa; una pagina di diario in cui don Primo racconta l’incontro con Papa Giovanni XXIII nel 1959; il biglietto dell’allora Patriarca di Venezia Roncalli (poi divenuto, appunto, Papa Giovanni XXIII, ndr) in cui lo stesso si complimenta per un articolo di don Primo; infine il discorso del giugno 1948 ai parlamentari della Democrazia Cristiana appena eletti, in cui don Primo li invita con un “Siate grandi” a non arricchirsi alle spalle della povera gente (“Siate grandi come la povertà che rappresentate”, ndr). Sono regali che testimoniano la grande attualità del pensiero di don Mazzolari”.

Giovanni Gardani

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