Cronaca

All'Associazione Mantovana Allevatori, convegno sulla Borsa Scambio dei liquami

“L’obiettivo è quello di creare una piattaforma di scambio degli effluenti zootecnici – ha spiegato l’agronomo dell’Ama, Stefano Garimberti – in modo che possano essere valorizzati sul piano agronomico, ma allo stesso tempo anche con risvolti positivi sul piano ambientale".

MANTOVA – “La grande emergenza sul tema dell’azoto e dei nitrati nei campi in questi anni ha caratterizzato una delle sfide della zootecnia lombarda e mantovana in particolare. Credo che la strada perseguita dal progetto LifeDop, di cui anche l’Associazione mantovana allevatori fa parte, vada nella direzione di sostenere un processo produttivo sostenibile, attento all’ambiente e allo stesso tempo agli aspetti economici della filiera produttiva del Grana Padano e del Parmigiano-Reggiano”.

Lo ha detto Fabio Mantovani, vicepresidente dell’Associazione mantovana allevatori, intervenendo questa mattina al convegno sulla “Borsa dei liquami: un approccio territoriale alla sostenibilità”, valido per la formazione continua dei dottori agronomi e forestali e ospitato nella sede dell’Ama a Tripoli di San Giorgio.

“L’obiettivo è quello di creare una piattaforma di scambio degli effluenti zootecnici – ha spiegato l’agronomo dell’Ama, Stefano Garimberti – in modo che possano essere valorizzati sul piano agronomico, ma allo stesso tempo anche con risvolti positivi sul piano ambientale”. Una borsa dei liquami, che funziona come una piattaforma per poter mettere in connessione la domanda e l’offerta di reflui.

Uno degli utilizzi in grado di ottenere entrambi gli obiettivi è quello delle fonti rinnovabili. “I reflui zootecnici possono essere impiegati per la produzione di energia elettrica e termica nei biogas – ha detto Piero Gattoni, presidente del Consorzi Italiano Biogas – e il digestato ottenuto può permettere di produrre un fertilizzante. Si tratta di un sistema di innovazioni in grado di garantire ritorni economici e senza dubbio le imprese agromeccaniche possono essere i nostri alleati, dal momento che sono in grado di impiegare tecnologie innovative su più aziende”.

I contoterzisti, infatti, “possono assicurare la trasparenza nell’uso degli effluenti di allevamento e del digestato, tracciando ogni spostamento con le tecnologie satellitari”, ha affermato Marco Speziali, presidente di Confai Mantova.

Un esempio concreto di valorizzazione dei reflui arriva dalla cooperativa San Lorenzo di Pegognaga, che da alcuni anni si è dotata di un separatore delle sostanze solide e liquide e che ha assicurato nel 2016 una remunerazione di circa 81mila euro a circa 50 soci, grazie all’impiego agronomico o energetico del separato. “In autunno avremo una nuova macchina – ha annunciato Alessandro Gandolfi – che aumenterà il potere metanigeno dei reflui”.

Della rete di collaborazioni per un territorio sostenibile fanno parte anche gli agronomi che, attraverso il presidente dell’ordine di Mantova, Claudio Leoni, hanno chiesto “maggiore chiarezza a livello normativo, per poter assicurare la più ampia valorizzazione a letame e liquame”.

“Chiederemo anche di usare l’azoto del digestato in sostituzione di quello di sintesi”, ha specificato la professoressa Giuliana D’Imporzano, project manager del progetto Life Dop, al quale partecipano il Consorzio Virgilio, l’Associazione mantovana allevatori, la cooperativa San Lorenzo, il Gruppo Ricicla, il consorzio Gourm.it, il consorzio agrario del Nordest.

Al convegno ha preso parte anche il sindaco di Schivenoglia, Federica Stolfinati. “Ho avuto la risposta che volevo avere – ha riconosciuto -. Come sapete nel comune di Schivenoglia si sta discutendo sull’insediamento di un allevamento di suini. Dal convegno di oggi ho avuto risposte sul piano scientifico. Schivenoglia non deve dire no a questo allevamento, ma deve lavorare per fare in modo che questo allevamento vada incontro al benessere degli animali, all’ambiente e ai cittadini”.

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