Facchini Viadana, tolto il blocco davanti ai cancelli Composad, resta il presidio
”Noi lavoriamo qui da venti anni, abbiamo seguito un corso preparatorio per produrre mobili di alta qualità per Ikea. Perchè dobbiamo lasciare il posto a persone che arrivano da Milano abituate a pelare cipolle e patate?”
VIADANA – Sembra non avere fine questa sofferta “via Crucis” di quasi trecento lavoratori in lotta da mesi per reclamare il rispetto di un contratto sottoscritto. Solo che oltre a loro stessi danneggiano la proprietà di un’azienda, la Composad, in mezzo all’incudine e il martello. Coinvolta in una disputa tra Cooperative di lavoro e i medesimi lavoratori. Un’altra giornata, quella di venerdi, ricca di colpi di scena. Ad un certo punto il presidio davanti alla Composad, dopo l’ora di blocco, dalle 9 alle 10, ha trovato una specie di rientro alla normalità. Uomini che hanno cominciato a giocare a carte, le donne sotto il solito gazebo e i bambini a giocare al pallone. Tutti in attesa di qualche notizia positiva. Nel frattempo i nuovi assunti da parte di “3L” venivano portati dentro la fabbrica con i pullman lontano da occhi indiscreti attraverso un cancello secondario, scortati dalla Polizia. Questa volta il loro contestatissimo reclutamento era stato fatto all’ombra dello stadio del Rugby, mentre in precedenza gli appuntamenti erano avvenuti presso il parcheggio del Famila e all’autostazione delle corriere. I sindacalisti Cobas e Cisl avevano ottenuto un appuntamento “segreto” con Legacoop rappresentata stavolta non da Attilio Dadda ma da Davide De Bella presso un bar sulla provinciale e tutti attendevano il loro ritorno con buone notizie. Dopo due ore di silenzio la confusione è riesplosa in quanto evidentemente il risultato dell’incontro non era quello sperato. Le donne con i bambini, sotto un sole cocente, si sono rimessi a sedere ancora davanti al cancello dell’azienda rimettendo in allarme i Poliziotti mentre è iniziata una lunga discussione tra i sindacalisti e i lavortaori stranieri. Dopo una breve interruzione per consumare la pastasciutta portata da altre comunità indiane che sostengono la protesta, il dibattito combattuto e animato è ripreso giungendo alla constatazione di due risultati effettivamente raggiunti. Primo l’impegno a bloccare l’assunzione di nuovi lavoratori, col sistema sin’ora adottato, e poi un incontro in Regione Lombardia fissato per martedi sperando che risolva veramente questa complicata, snervante e rischiosissima vertenza: ”Noi lavoriamo qui da venti anni, abbiamo seguito un corso preparatorio per produrre mobili di alta qualità per Ikea. Perchè dobbiamo lasciare il posto a persone che arrivano da Milano abituate a pelare cipolle e patate?” ha gridato una veterana riferendosi ai componenti della Clo la sigla della “Cooperativa lavoratori ortofrutticoli”. Verso le 14 l’attesa decisione di togliere il blocco davanti al cancello continuando comunque con il presidio giorno e notte, a turno, da parte di tutti i 271 lavoratori della Facchini minacciati di licenziamento, di cui però nessuno ha ancora ricevuto le lettere di fine rapporto.
Rosario Pisani