Palafarina, la questione arriverà in aula il prossimo 6 ottobre: quattro indagati
Il Palafarina, circa duemila metri quadrati di superficie e un costo di 3 milioni e mezzo di euro, era stato costruito tra il 1996 e il 1998 da un’impresa di Alzano Lombardo. Il tetto in legno lamellare venne realizzato da un’azienda bresciana.
VIADANA – Approderà in aula il 6 ottobre prossimo il processo con rito abbreviato per il crollo del Palafarina di Viadana, allora casa della Pomì Casalmaggiore, avvenuto il 6 febbraio di due anni fa, sotto il peso della neve caduta copiosa nelle ore precedenti. Nell’ufficio del giudice per le udienze preliminari saranno prese in esame le perizie tecniche attorno alle quali gira tutta la vicenda.
Secondo l’esperto nominato dal tribunale su richiesta del pubblico ministero, non ci sarebbero responsabilità penali nell’ambito di progettazione, costruzione e collaudo del palazzetto. La struttura sarebbe crollata per l’eccezionale nevicata e le successive infiltrazioni d’acqua che avrebbero indebolito la trave al punto. La perizia conterrebbe però alcuni dubbi riguardo la manutenzione del palazzetto.? Il PM, che sta seguendo anche il cedimento del tetto del palazzetto di Castel Goffredo, aveva chiesto il rinvio a giudizio di quattro indagati per crollo colposo. Alfred Rubner, legale rappresentante della società che costruì e fornì le travi usate per la copertura della struttura; Massimo Del Fedele, che progettò la copertura in legno; Mario Berni, direttore dei lavori di costruzione del palazzetto realizzato negli anni ’90 e Silvano Sanfelici, esecutore del collaudo sulle strutture murarie.
Il Palafarina, circa duemila metri quadrati di superficie e un costo di 3 milioni e mezzo di euro, era stato costruito tra il 1996 e il 1998 da un’impresa di Alzano Lombardo. Il tetto in legno lamellare venne realizzato da un’azienda bresciana. A crollare erano state due campate in legno dell’area della palestra per quasi 500 metri quadrati, palestra in cui fino a qualche ora prima si trovano decine di bambini impegnati in attività sportiva.
Cristina Coppola