Cronaca

Viadana, paradosso Facchini: dall'happening in piazza alle tensioni lavorative

Domenica sera famiglie di lavoratori indiani e altre etnie hanno organizzato una conviviale in piazza con cibo e musica nella speranza, remota, che la serenità ritorni con prospettive durature. Da parte opposta la Composad prende posizione ricordando il bilancio in perdita a causa dei danni gravissimi provocati.

VIADANA – A vederli seduti tranquillamente ad ascoltare musica e a mangiare il loro cibo indiano sembra impossibile che sabato pomeriggio gli stessi lavoratori siano stati ad un passo da una mega rissa. La presenza di due pattuglie dei Carabinieri con sei militari ha forse evitato che accadesse il peggio. Comunque domenica pomeriggio la piazza di Viadana, sotto il Comune è diventata sede di un happening molto bello con la pulizia finale di ogni angolo della strada com’è abitudine di questo popolo. Quello che potrà accadere adesso sotto la spinta dell’esasperazione, non si sa proprio. Intanto i 271 soci della Facchini dovranno ricevere indietro i 3000 euro versati a suo tempo per diventare soci di una Cooperativa che adesso si sta sciogliendo. E 1000 euro li dovranno versare per entrare nel nuovo gruppo di “3L” che da stamattina, lunedì, avrà in mano l’appalto di Composad.

“Se non è caporalato questo, poco ci manca!” Non usa mezzi termini Stefano Re della Adl Cobas per commentare quanto accaduto il giorno prima. In sintesi la dirigenza della Facchini con altri delegati  ha messo a disposizione la propria sede per una specie di colloquio per i nuovi assunti. Il rischio di trovarsi tra coloro che verranno ritenuti in esubero ma soprattutto il non sapere quali saranno le condizioni di lavoro, i dettagli e i termini del contratto alla fine hanno esasperato gli animi provocando quella violenta reazione con spintoni, urla, pugni che sono volati, e il ferimento di una persona raggiunta dalle schegge di un finestrino di un’auto mandato in frantumi.

Addirittura una macchina con a bordo un rappresentante sindacalista di parte avversa, nella foga di andarsene, avrebbe rischiato di andare a sbattere contro la vettura dei Carabinieri giunti per evitare che la situazione degenerasse. “Io non so chi abbia preso il pugno tantomeno chi l’abbia sferrato – spiega Stefano Re – anche perchè non ho gli occhi dappertutto. Ciò che invece vedo è questa specie di situazione paradossale con accordi presi tra cooperative, sindacalisti sulla testa di 270 lavoratori che non sanno cosa si stia combinando a loro insaputa. Da chi e come viene deciso, chi sta dentro e chi fuori dal lavoro? Quali sono le garanzie per coloro i quali non si troverà posto? Queste telefonate di convocazione per colloqui urgenti assomigliano al metodo della televendita dove in pochi secondi devi decidere se accettare o meno un prodotto. Ci troviamo di fronte ad un piano orchestrato per scatenare disagi, proteste e alla fine un gravissimo disordine sociale a Viadana. E la partita non finisce certamente qui” conclude Stefano Re. 

Nel frattempo domenica sera famiglie di lavoratori indiani e altre etnie hanno organizzato una conviviale in piazza con cibo e musica nella speranza, remota, che la serenità ritorni con prospettive durature. Da parte opposta la Composad, che non aveva intenzione di intervenire in una lotta che contrappone esclusivamente lavoratori di una Cooperativa con gli amministratori  della cooperativa stessa, prende posizione ricordando il bilancio in perdita a causa dei danni gravissimi provocati da questa pesante situazione.

Oltre alla violenza (un operaio sarebbe stato minacciato di morte e scortato sino a casa, spiegano i vertici aziendali) da sottolineare la perdita d’immagine e il rischio che la clientela mondiale si rivolga ad altri fornitori perdurando questa insostenibile tensione dentro e fuori i cancelli della fabbrica. E potrebbero verificarsi altri disordini con l’inizio del turno di lavoro dei nuovi assunti. E questa mattina dalle 4 un nuovo presidio si è formato davanti ai cancelli della Composad per vedere se c’è un’apertura o meno, dato che pure i dipendenti diretti sono stati messi in ferie.

Ros Pis

 

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