Legacoop contro Cobas, Attilio Dadda tuona contro gli scioperi di Viadana Facchini
"Risulterà chiaro a tutti: Cittadini, Istituzioni e soggetti che vorranno esprimere un parere informandosi correttamente, comprendere chi vuole fare folclore e chi invece investe con passione e valori per cercare lavoro"
VIADANA – Durissima presa di posizione di Attilio Dadda (Legacoop) sugli scioperi della Viadana Facchini: “L’ennesimo sciopero in Composad proclamato da Adl cobas con il supporto e la regia di CISL segna il superamento del limite: la corda si è rotta! Di fronte alle chiare necessità di produzione ed alla conseguente salvaguardia del Lavoro, una minoranza di lavoratori risponde ancora una volta con prepotenza e arroganza, impedendo anche alle parti responsabili di alimentare una complessa filiera produttiva che è la ricchezza del Viadanese.
Abbiamo dovuto assistere a boicottaggi, scioperi bianchi, astensione dal lavoro, danni a cose e macchine di colleghi per arrivare persino a minacce nei confronti di chi ritiene che la migliore garanzia occupazionale si possa avere solo per se stesso, estraniandosi da qualsiasi forma di organizzazione lavorativa, produttiva, partecipata e rispettosa della collettività.
È arrivato il momento di non restare più ostaggi della demagogia e della disinformazione, di chi pensa che tutto sia dovuto a prescindere dai doveri, a chi pensa che il diritto al Lavoro equivalga al diritto a percepire uno stipendio anche senza il Lavoro; bisogna ridefinire e cementificare il soggetto che in forma cooperativa organizza e rende efficiente il Lavoro nell’appalto Composad; nella complessità delle esternalizzazioni l’autoderminazione e autorganizzazione è una lusso di creatività che non possiamo permetterci dovendo competere su un mercato globale con regole ben precise e spietate.
Suona solo di cattivo gusto e fuori da ogni logica scomodare gli schiavi, i diritti e la dignità; Noi abbiamo pagine e pagine di proposte che cercano di tradurre questi valori in realtà.. altri hanno solo usato le parole per dire no, no e ancora. L’esperienza fin qui fatta ha prodotto danni economici ingenti alla cooperazione e alla committenza. Sarà anche necessario, in questa nuova fase pensare all’occupazione locale, ai giovani ed alla tenuta sociale del sistema. Un esperienza storica nata dalla volontà di fare integrazione si è trasformata, negli ultimi anni, in assistenzialismo ricattatorio fine a se stesso. Per la storia e per i valori della cooperazione non possiamo e non vogliamo partecipare a questa agonia.. non prodotta da una crisi di Lavoro ma al contrario originata da chi non vuole lavorare con regole e principi condivisi appellandosi unicamente a presunti privilegi acquisiti, non modificabili, non trattabili, non flessibili e soprattutto non adattabili alle reali opportunità ed esigenze del Lavoro in dinamica evoluzione.
Nessuno tiene in alcuna considerazione il Mercato, ricordando che, in quanto soggetto astratto, il Mercato sceglie e dà opportunità di Lavoro solo a chi se le merita. Temiamo fortemente che la mancata produzione, gli scioperi e l’inaffidabilità delle Maestranze possano erodere ulteriormente le opportunità di Lavoro e di continuità occupazionale trascinando tutti in una spirale negativa dai contorni sempre più drammatici ed irreversibili. Auspichiamo quindi ora e senza ulteriori perdite di tempo, un cambio di registro e di contesto, per responsabilità ed esperienza tocca alle Parti più responsabili avanzare l’ennesima proposte dialogando però solo ed esclusivamente con chi ha già dimostrato senso di misura e voglia di contribuire alla salvaguardia ed allo sviluppo del Distretto del legno a Viadana. Gli altri si sono esclusi da soli!
Risulterà chiaro a tutti: Cittadini, Istituzioni e soggetti che vorranno esprimere un parere informandosi correttamente, comprendere chi vuole fare folclore e bloccare la produzione e chi invece investe con passione e valori per cercare lavoro e forme sostenibili di sviluppo nel medio e lungo termine”.
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