Cultura

Nuovo caso di esadattilia a Motta San Fermo: Manfredi scopre mano a sei dita

"Dopo il Bambino nella cappella di San Rocco al Santuario della Madonna della Fontana, segnalato in occasione della Festa dell’Assunta ad agosto 2016, ora vorrei portare all’attenzione degli esperti d’arte sacra un altro caso di esadattilia nell’arte, in un edificio di culto posto nel comune di Casalmaggiore" spiega Manfredi.

MOTTA SAN FERMO (CASALMAGGIORE) – Si chiama esadattilia ed è, di fatto, una caratteristica di alcune opere, in particolare di arte sacra, che si rivelano in forma anomala in quanto presentano, in una delle mani o in un piede, sei dita anziché cinque. Un appassionato di questo particolarissimo “difetto” è Franco Manfredi di Casalmaggiore, che soltanto lo scorso anno scoprì un caso del genere in uno degli affreschi del Santuario della Fontana. A pochi passi da lì, e per la precisione nella frazione casalese di Motta San Fermo, la prima in linea d’aria arrivando proprio dalla Fontana, si trova la chiesetta dedicata a San Fermo. Ed è qui che Manfredi ha scoperto un nuovo caso di esadattilia.

Nella sua analisi Manfredi riprende una memoria a cura dell’ingegner Enrico Cirani, altro compianto esperto di arte (e non solo) di Casalmaggiore. “Da epoca immemorabile il piccolo abitato di Motta San Fermo, un tempo chiamata Motta dei Mantraversi (dal nome di una famiglia che vi possedeva beni immobili) – si legge nella nota riportata – disponeva di una chiesetta affidata alle cure di un sacerdote cappellano, al quale alcuni lasciti avevano garantito la rendita di un beneficio, nell’ambito della parrocchia di Santo Stefano. Lo stesso storico Romani non fu in grado di ritrovare notizie più esaurienti circa l’origine della chiesa, salvo appunto la notizia di donazioni immobiliari avvenute a partire dal secolo XVII. Il modesto edificio, privo di particolari pregi, non subì nei secoli modifiche apprezzabili”.

Manfredi passa poi alla propria analisi, in prima persona. “Forse da giovane mi era capitato di servire messa, officiata in quei tempi lontani da don Amedeo, apprezzato per i suoi modi semplici e bonari. Oggi, a causa dell’esiguo numero di abitanti ( circa 60 ) la santa messa viene celebrata solo l’ultima domenica di ogni mese. Recentemente, su invito di un amico, originario della vicina Vigoreto, ho partecipato, dopo tanti anni, ad una cerimonia religiosa nella piccola chiesa dedicata a San Fermo. Appena entrato mi sono sentito attratto da una grande tela posta sopra l’altare nell’unica cappella di sinistra”.

Ecco, appunto, il caso di esadattilia. “L’opera, di cui non si conosce l’autore, si trova in pessimo stato di conservazione fino a presentare qualche lacerazione nella parte superiore. Ciò non mi ha impedito di osservare una strana raffigurazione delle mani di un personaggio, effigiato in atto di preghiera, sul lato destro del dipinto. Nella mano destra si possono notare sei dita. Dopo il Bambino nella cappella di San Rocco al Santuario della Madonna della Fontana, segnalato in occasione della Festa dell’Assunta ad agosto 2016, ora vorrei portare all’attenzione degli esperti d’arte sacra un altro caso di esadattilia nell’arte, in un edificio di culto posto nel comune di Casalmaggiore”.

Segue una serie di domande. “Chi ha voluto lasciarci questa testimonianza, il pittore o il committente? E quale messaggio ha voluto trasmettere? Forse si tratta di un mistero a cui oggi non sappiamo dare una interpretazione oppure si nasconde un segreto che qualcuno ha voluto celare, come altri artisti hanno fatto nei secoli passati, mettendolo in bella vista in un particolare che non tutti sanno riconoscere”. L’esadattilia, infatti, potrebbe anche nascondere, come ha spiegato Manfredi, un messaggio in codice o nascosto: non è escluso che si tratti di un errore, ma è difficile ridurre queste “aggiunte”, non così rare, a un semplice eccesso di calcolo da parte dell’autore.

G.G. 

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